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C’era una volta… ma quanto tempo fa è stata questa volta? 🏰

C’era una volta… ma quanto tempo fa è stata questa volta?

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C’era una volta… quante volte abbiamo ascoltato fiabe che iniziano in questo modo, quante volte l’abbiamo letto ai nostri bambini? Tantissime immagino, ma anche a voi è successo di chiedervi: “C’era una volta”, ma questa “volta”, in realtà, quand’è stata per davvero?

Tanto tanto tempo fa…

Allora dovete sapere che, anche cercando di immaginare un’epoca lontana lontana, l’origine di qualunque fiaba è sicuramente ancora più antica.

Ci sono fiabe, come la famosissima “La Bella e la Bestia”, che risalgono ad epoche in cui potevano solo essere raccontate. Non esisteva ancora una scrittura per poterle tramandare.

Ho scoperto che questa potrebbe essere la leggenda più antica al mondo. Alcuni esperti hanno addirittura trovato a tracce di questa leggenda già dall’Età del Bronzo, quindi il fabbro che poi diventerà il nostro Jack ha ben 6000 anni!

Gruppi di persone, prevalentemente nomadi, si radunavano attorno ad un fuoco ed ascoltavano l’avventura di questo furbacchione alle prese con le divinità dell’epoca. E pensate, questa avventura veniva anche narrata in una lingua “indoeuropea” che ora non esiste più, ma che veniva usata prima che nascessero l’italiano, l’inglese, il francese.

E dal momento che sono stati i metalli a dare il nome alle epoche della storia umana (ogni epoca ha come particolarità l’utilizzo di un materiale sempre più complesso da elaborare: dopo l’età della pietra infatti ci sono l’età del rame, del bronzo e del ferro), non a caso il personaggio del fabbro diventò un elemento “classico”, la cui avventura veniva narrata, si pensa, dall’India al nord dell’Europa.

Ormai a Jack ci siamo affezionati, vero? Ma lui non è l’unico personaggio ad essere così “vecchiotto”. Insomma, si può dire che già nella preistoria era in ottima compagnia, perché sembra che già si raccontassero le vicende di personaggi che oggi conosciamo molto bene…

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Per avere 3000 anni se li porta bene!

Il nome di Cenerentola vi ricorda qualcosa? Si proprio lei, la fanciulla che perde la scarpetta allo scoccare della mezzanotte, oppure Giacomino e il fagiolo magico, o anche il Genio nella bottiglia, la Pappa dolce, il Giovane gigante, le Tre filatrici, Pelle d’asino, Tremotino…

Tra le fiabe che vi ho appena nominato, forse una delle più conosciute è proprio Cenerentola… Sapete che potrebbe essere di origine egiziana? Ed avere circa 3000 anni? E che anche nella lontana Cina veniva raccontata la storia di una ragazza a cui un principe chiedeva di indossare una scarpetta? Pensate che ne esistono più di 300 diverse versioni, sparse nel mondo, in terre con tradizioni popolari molto distanti tra loro e “sembrerebbe” mai venute a contatto tra loro.

In Italia, la prima versione scritta di Cenerentola risale al 1634 ad opera di Giambattista Basile, nello stesso periodo in Francia, ne scrisse una Charles Perrault, mentre la versione dei famosissimi Fratelli Grimm è del 1812, con Cenerentola che si trova ad indossare non una scarpetta di cristallo, ma addirittura d’oro!

E sono stati proprio i “famosissimi Fratelli Grimm” a pensare che tutti i racconti che li portarono alla loro straordinaria raccolta di fiabe avessero origini molto, molto antiche e comuni a tanti popoli.

Partendo da questa intuizione dei Grimm, e dalla loro grande passione per le fiabe, due ricercatori, Sara Graça da Silva dell’Università di Lisbona, in Portogallo, e Jaime Tehrani dell’Università di Durham, in Inghilterra, hanno creato una specie di “albero genealogico” delle fiabe. Sono gli esperti di cui parlavo all’inizio dell’articolo e, per chi avesse voglia di leggerlo, qui c’è l’articolo completo.

Avete presente tutti quei “rami” che ci permettono di risalire ai nostri antenati? Ebbene, questi due “fiabeschi” ricercatori, usando un catalogo del 1910 dal nome un po’ complicato, Aarne Thompson Uther Index, sono riusciti a risalire agli “antenati” delle fiabe che oggi tutti conosciamo.

Anche voi, come me, molte fiabe le avete conosciute soltanto dai recenti lungometraggi della Disney, che sono veramente belli e di cui è difficile non innamorarsi.

Eppure il film Disney su Cenerentola è del 1950, mentre di lei ne parlavano già gli antichi Egizi. La fiaba egizia racconta infatti di un faraone che chiede ad una schiava di indossare una scarpetta. Magari senza la zucca che si trasforma in carrozza all’ombra delle Piramidi… non ci è dato saperlo, ma in fondo la magia delle fiabe è anche questa!

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Mica solo Cenerentola…

E Giacomino e il fagiolo magico invece? Solo in Italia, è conosciuta in mille e più versioni con tanti titoli diversi, ma hanno scoperto che ha festeggiato ben 5000 anni! Quante candeline sulla sua torta! Ce ne sono tracce addirittura nel periodo in cui le varie lingue europee ed asiatiche iniziavano appena ad avere una propria identità.

E che dire di Raperonzolo, rinchiusa nella torre, e della sua lunghissima treccia? Di anni ne ha compiuti circa 4000! E l’elenco è davvero lunghissimo! Ed ha affascinato anche il grande scrittore Italo Calvino.

Nel 1956 scrisse “Fiabe italiane”. Il titolo completo, in realtà, è “Fiabe italiane raccolte dalla tradizione popolare durante gli ultimi cento anni e trascritte in lingua dai vari dialetti da Italo Calvino”. Dopo tante ricerche nella tradizione popolare, anche Calvino disse che le storie di magia potessero risalire addirittura alla preistoria.

Allora, che dite? Possiamo davvero dire “c’era una volta, tanto tanto tempo fa”! Ora voglio anche riportarvi le parole di Antonio Faeti, che insegna Letteratura per l’infanzia all’Università di Bologna: “Sono millenni che ci raccontiamo sempre le stesse favole. Il marinaio che non torna, la fanciulla che scappa dall’orco, il mercante che ne sa una più del diavolo sono elementi ricorrenti nelle fiabe di tutto il mondo. Perfino gli indigeni d’America hanno racconti comuni ai nostri. E quando il tedesco Wilhelm Hauff scrisse la Storia de “Il califfo cicogna”, nessuno si accorse che l’autore fosse un tedesco anziché un arabo”.

“Le leggi cambiano, le favole no.”

E parlando del fatto che tutte le fiabe risalgono a tempi antichi, Faeti dice: “Anzi, le fiabe, analizzate e spogliate di tutti gli elementi posteriori, sono il principale e quasi l’unico documento che ci resta di quelle lontanissime età. Le leggi cambiano, le favole no. Sono il riconoscimento della nostra anima perpetua e hanno la caratteristica di non mentire mai”. E sono magiche, da sempre, aggiungiamo noi.

A proposito dei Fratelli Grimm, sapete che nella loro Germania esiste… no, aspettate, per oggi fermiamoci qua. Vi porterò nel mondo incantato delle loro fiabe in un’altra occasione e faremo insieme un altro magico viaggio.

— Scritto da Cristina —
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