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Il pozzo di Noemi 👧

cover della favola per bambini "il pozzo di Noemi"

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Ad aver la testa per aria a volte si fanno delle belle cadute…

Questa è l’avventura di Noemi, che cercava una farfalla e invece si ritrova in un pozzo. E’ un racconto breve scritto da noi di fabulinis, che parla di solitudine ma anche di generosità, che si trasforma in amicizia.

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Guarda la videofiaba raccontata da Silvia

🔊 Audiofiaba 😴

Nella pagina delle Audiofiabe, puoi ascoltare il pozzo di Noemi raccontata da Silvia!

Il pozzo di Noemi 👧 storia completa


C’era una volta, appena dentro ad un bosco, un pozzo d’acqua. Dopo tanti anni di buon servizio, era stato abbandonato per un altro pozzo molto più grande e comodo, nel centro del paese.
Il povero pozzo cominciò così a sentirsi sempre più triste e, ogni volta che sentiva una voce lontana, sperava sempre che qualcuno andasse a prendere un po’ d’acqua da lui. Ma non arrivava mai nessuno…

Passarono gli anni, le edere rampicanti e gli arbusti crescevano, e lui ormai era ricoperto quasi per intero. C’era solo un piccolo spazio libero dove, ogni tanto, andava a specchiarsi la luna. E quando il pozzo riusciva a vedere la luna, si sentiva un po’ meno solo.

Un giorno di primavera, però, su uno degli arbusti che coprivano il pozzo, si posò una farfalla tutta gialla.
– Ciao farfalla gialla, sono contento di vederti. Cosa ti porta da queste parti? – domandò il pozzo tutto contento per la visita inaspettata.
– Cerco un nascondiglio: è tutto il pomeriggio che sono inseguita da una bimba che vuole catturarmi col suo retino!
– Oh povera farfalla, se mi farai compagnia per un po’, ti aiuterò.
– Va bene, ma fai in fretta! Sento i passi della bambina sempre più vicini.

Così il pozzo comandò all’edera di coprire più che poteva la farfalla. Ma l’edera non è abbastanza veloce: la bimba riuscì comunque a vedere la farfalla in mezzo alle foglie e andò verso di lei.

Noemi, che correva dietro alla farfalla già da un’ora buona, era stanca e sfinita.
– Adesso provo a prenderla per l’ultima volta. Se non ce la faccio, torno a casa che è già ora di merenda.
Così Noemi si avvicinò al pozzo e si sporse per acchiapparla, ma la farfalla con un batter d’ali volò via.
– Uffa! Questa volta l’avevo quasi presa!
Poi Noemi guardò giù in fondo pozzo, dove c’era l’acqua, e vide l’immagine di un’altra bambina, tutta uguale a lei.
– Ciao bambina! – disse Noemi, salutando anche con la manina.

Al pozzo, dopo anni di solitudine, non sembrava vero di aver trovato finalmente qualcuno con cui parlare.
– Ciao! – le risponse il pozzo – io qui mi annoio da morire, mi fai un po’ di compagnia?
– Certamente! Vengo subito da te! – Noemi si sporse per raggiungere l’altra bambina in fondo al pozzo, che in realtà era la sua immagine riflessa nell’acqua, e… ci cadde dentro!

Il pozzo, che non si aspettava una reazione del genere, fu preso dal panico. Alla bimba non doveva accadere nulla di male! Doveva trovare subito una soluzione, prima che diventasse troppo tardi.

Si ricordò che, poco più in profondità sotto terra, dove lui si riforniva di acqua fresca, c’era una piccola grotta dove poteva mettere al sicuro la bimba.
Così fece andare la corrente della sua acqua velocemente in quella direzione, e in un’istante la bimba si ritrovò in salvo nella piccola grotta.
Noemi non sembrava poi così spaventata di essere caduta nel pozzo, piuttosto si chiedeva dove era finita la bimba tutta uguale a lei.

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Nella grotta comparve un piccolo bagliore luccicante, fluttuava nell’aria come un fantasmino.
– Ciao, io sono lo spirito del pozzo. Non avere paura, cercavo solo un po’ di compagnia, ma non volevo farti cadere…
– Ciao, io sono Noemi. Ma… dov’è finita l’altra bambina come me?
– In realtà l’altra bambina era la tua immagine riflessa nell’acqua del mio pozzo…
Noemi quasi ci rimase male.

– Sai, so che inseguivi la farfalla gialla, ti piacciono le farfalle? – le chiese lo spirito del pozzo.
– Siiì! A me piacciono le farfalle, volevo prenderla ma mi è sempre sfuggita…
– Ma lo sai che quella povera farfallina aveva tanta paura di venire catturata?
– Ma io volevo solo guardarla da vicino, era così bella. Poi l’avrei lasciata andare…
Lo spirito del pozzo comprese le sue intenzioni. In quel momento sentì però anche un rumorino proveniente dal pancino di Noemi.

– Hai fame?
– Sì, anzi, devo tornare a casa per la merenda, sennò mia mamma mi sgrida perché sono sempre in giro…
Lo spirito del pozzo non sapeva però come aiutarla.
– Posso chiedere a qualche uccellino di recuperare qualche bacca.
– Ma io voglio fare merenda con la marmellata e il succo di frutta!
– Posso chiedere a qualche scoiattolo di portare un frutto.
– Ma io voglio tornare a casa!

Lo spirito del pozzo capì che Noemi stava per mettersi a piangere e cercò subito di tranquillizzarla.
– Va bene, piccola Noemi, adesso troviamo un modo per riportarti a casa.
“Ma come faccio?” si chiese il pozzo. Se, come tanti anni prima, la gente fosse andata a prendere l’acqua da lui, avrebbe fatto in fretta. Bastava aspettare il primo secchio buttato giù nell’acqua e ci avrebbe fatto aggrappare Noemi. Ma, purtroppo, erano anni che nessuno passava più di lì…

Pensa pensa e ripensa, si ricordò che uno dei posti dove lui si riforniva d’acqua era un piccolo laghetto appena fuori del paese.
– Ho avuto un’idea, piccola Noemi. Tu stai qui e non ti preoccupare, torno subito!
E il piccolo bagliore scomparve dalla grotta.
Dopo poco, lo spirito del pozzo tornò.

– Eccomi qua, posso farti tornare al paese, sbucherai nel laghetto dove ci sono le barche dei pescatori. Conosci il posto?
– Sì, ci va sempre mio papà a prendere il pesce.
– Tutto quello che dovrai fare è prendere un bel respiro e aggrapparti alla coda del mio amico pesce – Dall’acqua spuntò una coda di pesce, tutta oro e arancione.
– Va bene.

– Sono contento che tu mi abbia fatto visita sai? Erano anni che nessuno passava più di qui, e io mi sentivo tanto solo.
– Se vuoi posso ritornare a salutarti.
– Ne sarei veramente contento, però mi basta che tu ti affacci dal muretto del mio pozzo, senza caderci dentro…
– La prossima volta starò più attenta, prometto.
I due si sorrisero.

Noemi prese un gran respiro e si aggrappò alla coda del pesce che, come un fulmine, prese a correre per tutti i cunicoli sotterranei che portavano al laghetto. Pochi attimi dopo, Noemi era sulla riva, proprio accanto alle barche dei pescatori.
– Grazie mille pesciolino!
Il pesce fece un gran salto e poi sparì.

Noemi corse a casa. La mamma, vedendola tornare con i vestiti tutti bagnati, la sgridò ma poi l’asciugò per bene e le preparò una fantastica merenda.

Il pozzo tornò a guardare la luna, che ogni tanto veniva a fargli compagnia di notte. Sperava in cuor suo che quella bambina si ricordasse della promessa fatta. Ma i giorni passavano e le stagioni pure, e Noemi non tornava…

Arrivò di nuovo la primavera.
Un’altra farfalla si posò sulle foglie che ricoprivano il pozzo.
Il pozzo stava già per salutarla quando sentì una voce che gli diceva:
– Ciao pozzo, come stai?
Era Noemi, ed il pozzo si sentiva di nuovo felice.

⚜ Fine della fiaba ⚜

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Ciao sono William, sono Designer e facilitatore certificato LEGO® Serious Play®, faccio progetti, e tante volte anche molti castelli in aria... Nel tempo libero mi diverto a scrivere le fiabe che trovate qui su fabulinis così poi Silvia ha qualcosa da leggere 😉

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6 commenti su “Il pozzo di Noemi 👧

  1. Le fiabe sono belle, il sito è una fonte inesauribile di storie ben scritte e buone per conciliare il sonno dei bambini.
    Grazie a voi, mettere a ninna i miei 3 figli è diventato un momento di relax e condivisione bellissimo, intimo e familiare.
    Ma questa del pozzo di Noemi, credo non sia adatta ai bimbi. La trovo davvero inquietante.
    La mia figlia grande di 8 anni ha detto “non mi è piaciuta mamma, credo che non abbiano trovato le parole giuste, quelle adatte ai bambini”
    La figlia di mezzo di 5 anni, mi ha detto “mamma così mi fai venire gli incubi!”
    Quando si leggono le storie ai bambini, la maggior parte delle volte è una prima lettura anche per i genitori che le scoprono con loro. In questo caso mi sono pentita di non averla letta prima, di certo gliela avrei risparmiata.
    Decisamente creepy come dicono gli inglesi!
    Il mio è ovviamente un suggerimento,
    Grazie

    1. Ciao Roberta, grazie per averci scritto!
      Siamo contenti di leggere il tuo commento perché comunque tocca un bell’argomento.
      Il bello delle fiabe, e dei racconti che usano una “struttura” simile, è che ognuno di noi ne ricava un’insegnamento o una riflessione soggettiva che è per forza di cose differente da persona a persona.
      Le tue bimbe hanno ritrovato in questo racconto degli elementi o delle situazioni che in loro generano ansia o paura, perché questi elementi fanno già parte del vissuto delle tue bimbe (e non necessariamente corrispondo letteralmente a quello che sta scritto nel testo, magari sono solo vagamente simili)
      Leggere le fiabe genera quasi sempre delle forti emozioni nei bambini, emozioni che magari non conoscono appieno e che ancora non sanno gestire nel migliore dei modi. Purtroppo che tipo di emozioni si possano scatenare non si può saperlo a priori…
      Io che l’ho scritta questa fiaba, non ho mai pensato potesse far paura… e posso garantirti che la stragrande maggioranza delle fiabe nella loro versione originale, sono molto ma molto più spaventose di questa… su fabulinis le abbiamo sempre addolcite tutte, nemmeno il lupo in Cappuccetto Rosso facciamo morire! 😉
      Comunque, non avere paura di leggere ai tuoi figli dei racconti che pensi siano un po’ “creepy”, permetterai loro di imparare a gestire la paura, che è fondamentale per poi affrontare il mondo, che di paure è pieno.
      Non bisogna ignorare la paura, bisogna imparare a gestirla, e le fiabe sono il mezzo migliore in assoluto per fornire questi strumenti di gestione delle emozioni ai nostri bambini (a sapere tutti i veri messaggi nascosti dietro una semplice favoletta come Cappuccetto Rosso si rimane impressionati… Bruno Bettelheim ha scritto un libro dedicato al mondo nascosto dietro le fiabe: “il mondo incantato”)
      Se adesso le tue bimbe non sono pronte a leggere questo racconto non preoccuparti, non leggerlo più, magari tra qualche anno ci ricapiteranno sopra per caso e magari non proveranno più nessuna paura 😊
      Un abbraccio a te e le tue bimbe!

  2. Ormai ogni sera, la mia bambina di cinque anni e mezzo vuole ascoltare “le storie di Silvia”, come dice lei. E questa è diventata una delle sue preferite. Grazie!

    1. Ciao Gemma, grazie mille per i complimenti! 😊
      Siamo felici che la tua bimba ogni sera chieda le nostre storie 🥰
      Un grande abbraccio a te e la tua piccola! 🤗

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