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Il rapimento di Babbo Natale 🎅😈

il rapimento di Babbo Natale cover

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E se Babbo natale non può consegnare i regali, cosa succede?

I diavoletti hanno deciso di rapire Babbo Natale per far arrabbiare tutti i bambini del mondo, ma il loro astuto piano non andrà come previsto…

Ispirata al racconto di Frank Baum, già autore de “Il mago di Oz” (che potete leggere anche nella nostra versione di fabulinis) questa fiaba vi terrà compagnia in attesa della magica notte di Natale.

🖌 Disegno da colorare 🎨

Alla fine del racconto troverai anche il disegno da colorare del rapimento di Babbo Natale!

🔊 Audiofiaba 😴

Nella pagina delle Audiofiabe, puoi ascoltare il rapimento di babbo natale raccontata da William!

Il rapimento di Babbo Natale 🎅😈 – racconto completo


Babbo Natale viveva nella Valle Ridente insieme ai suoi cari amici folletti e fate che, dentro alla sua grande casa sempre sommersa dalla neve, fabbricavano i giocattoli da regalare ai bambini.

In tutta la Valle Ridente di Babbo Natale la felicità regnava sovrana.

Tutta questa felicità fa pensare che il caro buon vecchio Babbo Natale, così gentile e
affettuoso, non abbia nemici. E invece non è così!

Rintanati nelle cinque grotte delle montagne intorno alla Valle Ridente, vivono cinque piccoli Diavoletti, a cui Babbo Natale non piaceva per niente.

Ciascun Diavoletto viveva in una grotta tutta sua, e ognuno di loro aveva una caratteristica ben precisa; c’era il Diavoletto dell’Egoismo, il Diavoletto dell’Invidia, il Diavoletto dell’Odio, il Diavoletto dell’Inganno e infine il Diavoletto del Pentimento.

Questi Diavoletti delle caverne, pensando di avere un buon motivo per non amare il caro Babbo Natale, un giorno si riunirono per discutere la questione.

‒ Sono davvero arrabbiato! ‒ disse il Diavoletto dell’Egoismo ‒ Babbo Natale distribuisce così tanti bei regali di Natale a tutti i bambini, che diventano felici e generosi e non ascoltano più i miei consigli egoisti.

‒ Sto avendo lo stesso problema ‒ rispose il Diavoletto dell’Invidia ‒ I più piccoli sono così contenti di Babbo Natale, che in effetti riesco a convincerne pochi a diventare invidiosi.

‒ E questo mi fa infuriare! ‒ dichiarò il Diavoletto dell’Odio ‒ Perché se un bambino non prova egoismo o invidia, non può diventare odioso…‒

‒ E non pensa a ingannare il prossimo… ‒ aggiunse il Diavoletto dell’Inganno.

‒ Se è per quello ‒ disse il Diavoletto del Pentimento ‒ se nessun bambino ha bisogno di voi, figuratevi di me…

‒ E tutto a causa di Babbo Natale! ‒ esclamò il Diavoletto dell’Invidia ‒ Sta semplicemente rovinando il nostro lavoro. Bisogna fare qualcosa subito!

Approvarono tutti queste ultime parole e decisero di cercare di turbare le belle convinzioni di Babbo Natale con le loro cattiverie, per farlo diventare molto meno buono…

Così il giorno dopo, mentre Babbo Natale era impegnato al lavoro, circondato dai suoi piccoli assistenti, il Diavoletto dell’Egoismo gli spuntò vicino ad un orecchio e gli disse:

‒ Questi giocattoli sono meravigliosi! Perché non li tieni per te? È un peccato darli a quei ragazzi che li rompono e li distruggono così in fretta.

‒ E’ una cosa senza senso! ‒ disse Babbo Natale ‒ se riesco a renderli felici anche per un solo giorno all’anno, sono contento.

Il Diavoletto capì che non sarebbe riuscito a far cambiare idea a Babbo Natale e tornò dagli altri dicendo:

‒ Ho fallito, perché Babbo Natale non è affatto egoista.

Il giorno seguente il Diavoletto dell’Invidia fece visita a Babbo Natale e gli disse nell’orecchio:
‒ I negozi di giocattoli sono pieni di giocattoli belli quanto quelli che stai facendo tu. Li vendono per denaro, mentre tu non ottieni nulla per il tuo enorme lavoro.

Ma Babbo Natale si rifiutò di essere invidioso dei negozi di giocattoli.

‒ Il mio lavoro è fatto di amore e gentilezza, mi vergognerei di ricevere denaro per i miei piccoli doni. E poi io faccio i regali una volta sola l’anno, ma durante tutto l’anno i bambini devono divertirsi in qualche modo. I negozi di giocattoli sono in grado di portare molta felicità ai miei piccoli amici. Mi piacciono i negozi di giocattoli e sono felice di vederli prosperare.

Il Diavoletto dell’Invidia andò via sconsolato. Così il giorno dopo il Diavoletto dell’Odio entrò nell’affollata officina e disse all’orecchio di Babbo Natale:

‒ Nel mondo ci sono molte persone che non credono in Babbo Natale! Dovresti odiarle da tanto sono cattive!

‒ Ma io non li odio! ‒ esclamò positivamente Babbo Natale ‒ Queste persone non mi fanno nessun male, semplicemente rendono infelici se stesse e i loro figli. Preferirei di gran lunga aiutarle in qualche modo piuttosto che ferirle.

I Diavoletti capirono che, cercando di instillare sentimenti cattivi in Babbo Natale, non avrebbero ottenuto nulla. Così abbandonarono le parole dolci e decisero di usare la forza.

Era risaputo che Babbo Natale, finchè si trovava nella Valle Ridente, era ben protetto dalle fate e dagli elfi. Ma alla vigilia di Natale guidava le sue renne nel grande mondo, portando una slitta carica di regali per i bambini. Era questo il momento migliore per colpirlo. Così i Diavoletti prepararono i loro piani e aspettarono l’arrivo della vigilia di Natale.

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La luna splendeva grande e bianca nel cielo, e la neve giaceva fresca e scintillante sul terreno, mentre Babbo Natale si allontanava a tutta velocità dalla Valle Ridente per andare nel grande mondo.

Assieme a lui erano partiti quattro fedeli aiutanti elfi, che stavano seduti sotto il sedile di guida, felici ed emozionati.

Babbo Natale rideva, fischiava e cantava per la gioia. Perché in tutta la sua vita allegra questo era il giorno dell’anno in cui era più felice, il giorno in cui con amore donava i tesori della sua bottega ai bambini.

Improvvisamente, però, accadde una cosa strana: una fune schizzò al chiaro di luna, un grosso cappio si posò sulle braccia e sul corpo di Babbo Natale e si strinse, legandolo stretto. Prima che potesse resistere o anche solo gridare, fu strattonato via dal sedile della slitta e ruzzolò con la testa in avanti in un cumulo di neve.

Le renne che trainavano la slitta non si accorsero di nulla e continuarono il loro viaggio, allontanandosi velocemente. Neppure gli elfi si accorsero di nulla, da sotto il sedile non potevano vedere cosa fosse successo.

I Diavoletti tirarono fuori Babbo Natale dal cumulo di neve e lo legarono per bene, per portarlo nelle loro grotte nascoste sulla montagna

‒ Ah, ah, ah! ‒ risero i Diavoletti con gioia crudele ‒ Cosa faranno adesso i bambini? Come piangeranno e si arrabbieranno quando scopriranno che non ci sono giocattoli sotto i loro alberi di Natale! Vedrai come esploderà in loro l’egoismo, l’invidia, l’odio e l’inganno!

Intanto i piccoli elfi sistemati sotto il sedile di guida iniziarono a sentire la mancanza della voce allegra di Babbo Natale, e siccome lui cantava o fischiava sempre durante tutti i suoi viaggi, il silenzio faceva intendere che qualcosa non andava.

Sporsero la testa da sotto il sedile e videro che Babbo Natale era sparito, nessuno stava guidando il volo delle renne.
Il più vicino alle briglie le prese in mano e gridò alle renne di fermarsi.

‒ Che cosa facciamo adesso? ‒ chiese uno di loro.

‒ Dobbiamo tornare subito indietro e trovare Babbo Natale ‒ disse il secondo con molta determinazione.

‒ No, no! ‒ esclamò il terzo ‒ Se ci fermiamo a cercarlo o torniamo indietro, non ci sarà tempo per portare i giocattoli ai bambini prima dell’alba, e questo addolorerebbe Babbo Natale più di ogni altra cosa.

‒ Hai ragione, dobbiamo prima compiere la nostra missione, poi cercheremo Babbo Natale! ‒ concluse l’ultimo.

Così presero le redini della slitta e ripartirono a tutta velocità per consegnare i regali a tutti i bambini del mondo.

Ma gli elfi non conoscevano bene i bambini quanto Babbo Natale. Quindi non c’è da meravigliarsi che abbiano commesso alcuni piccoli errori.

Ad una bambina che voleva una bambola consegnarono un un tamburo. Mentre un bambino che voleva degli stivali di gomma nuovi per giocare all’aperto, ricevette una scatola da cucito piena di fili colorati e aghi.

Se avessero fatto molti di questi errori, i Diavoletti avrebbero realizzato il loro malvagio scopo e reso infelici i bambini. Ma i piccoli amici di Babbo Natale si impegnarono moltissimo, cercando di concentrarsi su quello che Babbo Natale in persona avrebbe fatto, e commisero meno errori di quanto ci si potesse aspettare in circostanze così insolite.

Lavorando il più rapidamente possibile, riuscirono a distribuire tutti i regali e a tornare nella Valle Ridente. Dopo aver messo le renne e la slitta nella stalla, il piccolo popolo degli elfi e delle fate cominciò a chiedersi come avrebbe potuto salvare Babbo Natale. Tutti si resero conto che la prima cosa da fare era scoprire cosa gli fosse successo e dove si trovasse.

Tutte le fate cominciarono a sorvolare la Valle Ridente e i suoi confini, finché una di loro non notò un andirivieni strano tra le caverne dei piccoli Diavoletti. Si intrufolò in una grotta senza farsi vedere e scoprì… Babbo Natale legato come un salame! Subito tornò indietro a riferire quanto aveva visto.

Babbo Natale per tutta la notte appena trascorsa non era stato per niente allegro. Sebbene avesse fiducia nel buon cuore dei suoi piccoli amici bambini, non poteva non essere preoccupato per la delusione che una notte di Natale senza regali avrebbe portato loro.

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I Diavoletti, che lo sorvegliavano a turno uno dopo l’altro, non mancavano di prenderlo in giro, e all’alba del giorno di Natale, il Diavoletto dell’Inganno gli disse:

‒ I bambini si stanno svegliando Babbo Natale! E non stanno trovando regali sotto l’albero! Vedrai come verranno a cercarci tutti i bambini arrabbiati!

Ma Babbo Natale lo guardò senza dire nulla. Vedendo che Babbo Natale non avrebbe risposto ai suoi scherni il Diavoletto dell’Inganno se ne andò e chiamò il Diavoletto del Pentimento a prendere il suo posto.

Quest’ultimo Diavoletto non era così sgradevole come gli altri. A volte era gentile, e la sua voce aveva un tono dolce e cortese.

‒ Buongiorno Babbo Natale ‒ disse ‒ ormai è mattina e la notte di Natale è andata. Non potrai più far visita ai bambini per tutto un intero anno.

‒ Vero ‒ rispose Babbo Natale quasi allegramente ‒ La vigilia di Natale è passata, e per la prima volta in molti secoli non ho portato i regali ai bambini.

‒ I piccoli saranno molto delusi ‒ mormorò il Diavoletto del Pentimento, quasi con rammarico ‒ È probabile che il loro dolore renda i bambini egoisti, arrabbiati, invidiosi e pieni di odio, e verranno a cercare noi Diavoletti. Poi forse qualcuno verrà anche da me, ma sai sono poche le persone che si pentono per davvero…

‒ Ma tu non ti penti mai? ‒ chiese Babbo Natale, curioso.

‒ Oh, sì, a volte capita ‒ rispose il Diavoletto ‒ Anche adesso mi pento di aver contribuito alla tua cattura. Naturalmente è troppo tardi per rimediare al male che ti abbiamo fatto; ma il pentimento, sai, può venire solo dopo un pensiero o un’azione cattiva, perché all’inizio non c’è niente di cui pentirsi.

‒ Ho capito ‒ disse Babbo Natale ‒ se non si fa del male, nessuno viene mai a cercarti per parlare con te. Sei sempre tanto solo…

‒ Vero… ‒ rispose il Diavoletto pensieroso ‒ tu però sei qui con me e mi stai parlando senza odio o rancore perchè non hai fatto alcun male… è la prima volta che succede… per dimostrarti che mi pento sinceramente ti permetterò di scappare.

Questo discorso sorprese molto Babbo Natale, finché non rifletté che era proprio quello che ci si poteva aspettare dal Diavoletto del Pentimento. Il tipo si diede subito da fare per sciogliere i nodi che legavano Babbo Natale quindi gli fece strada attraverso un lungo tunnel finché entrambi emersero dalla Grotta del Pentimento.

‒ Spero che mi perdonerai ‒ disse il Diavoletto ‒ Non sono un cattivo ragazzo e credo che pentirsi ogni tanto faccia molto bene alle persone.

Babbo Natale annusò l’aria fresca con gratitudine.
‒ Non porto rancore ‒ disse con voce gentile ‒ e sono sicuro che il mondo sarebbe un posto molto triste senza di te. Quindi buon Natale a te!”

Con queste parole uscì per salutare il luminoso mattino, e un attimo dopo stava fischiettando verso la sua casa nella Valle Ridente.

A camminargli incontro sulla neve c’era una colonna di elfi circondati dalle fate, partiti per salvare Babbo Natale dalle grinfie dei Diavoletti.

Non appena lo videro gli corsero incontro e iniziarono a ballare e danzare di gioia

‒ È inutile dare la caccia ai Diavoletti ‒ disse Babbo Natale ‒ Saranno pure fastidiosi, ma hanno anche loro un compito in questo mondo, e non si possono togliere di mezzo…

Gli elfi raccontarono a Babbo Natale di come avevano distribuito i giocattoli. Raccontarono anche dei piccoli errori che erano stati commessi.

Babbo Natale si mise a ridere sonoramente, poi li abbracciò tutti ringraziandoli per il grande lavoro fatto, ordinando prontamente di andare a sostituire o aggiungere regali là dove ce ne fosse stato bisogno. Così che anche quei pochi bimbi delusi dal regalo sbagliato, diventarono felici.

Per quanto riguarda i Diavoletti delle Caverne, si riempirono di rabbia e dispiacere quando scoprirono che la loro astuta cattura di Babbo Natale non era servita a nulla per colpa degli elfi.

In effetti, nessuno in quel giorno di Natale sembrava essere diventato egoista, invidioso o pieno di odio.

Fu così che i Diavoletti delle caverne non tentarono mai più di interferire con la consegna dei regali di Babbo Natale, ma si limitarono a brontolare mentre guardavano i bambini di tutto il mondo diventare molto felici nel giorno di Natale.

⚜ Fine della fiaba ⚜

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