Il Mago di Oz 🌪️ CAPITOLO 2

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Alla fine del racconto troverai anche il disegno da colorare del Mago di Oz!

Il Mago di Oz 🌪 CAPITOLO 2:
Dorothy incontra lo Spaventapasseri, il Boscaiolo di Latta e il Leone.


Superata la collina, Dorothy trovò l’inizio del sentiero di mattoni dorati. Rimase meravigliata dal paesaggio che la circondava, pieni di prati verdi, alberi da frutto e campi di grano.
Dopo un po’ Dorothy decise di fare una pausa, e si sedette su una staccionata a contemplare un buffo spaventapasseri in mezzo al campo di grano. Lo Spaventapasseri le fece l’occhiolino.

In un primo momento Dorothy pensò di essersi sbagliata, ma poi vide che lo Spaventapasseri le faceva un cenno col capo per salutarla, a quel punto Dorothy scese dallo steccato e andò a vederlo meglio, seguita dal suo cagnolino Toto.

– Buongiorno! – disse lo spaventapasseri con una voce un po’ rauca.
– Ma tu parli! – rispose meravigliata Dorothy.
– Certo! Ho il cervello pieno di segatura e non sono molto intelligente, ma so parlare – le sorrise.

Dorothy era stupita, non aveva mai visto uno Spaventapasseri parlare – Ma tu te ne stai sempre qui? non puoi scendere?
– Purtroppo sì, ho un palo infilato nella schiena… se tu mi facessi la cortesia di togliermelo mi faresti un grande piacere.
Dorothy tese entrambe le braccia e lo sfilò dal palo.

– Grazie mia cara bambina, mi sento un uomo nuovo! – disse lo spaventapasseri, poi aggiunse – ma come ti chiami, e che ci fai qui?
– Mi chiamo Dorothy, e sto andando alla Città di Smeraldo dal Mago di Oz, tu sai dove sono?
– Città di Smeraldo? Mago di Oz? Mai sentiti – disse incuriosito lo Spaventapasseri.
– Ma come non conosci il Mago di Oz?! Lui è l’unico che può farmi tornare in Kansas, dai miei zii… – rispose Dorothy con lo sguardo triste.
– No purtroppo non so un bel niente, io ho la testa imbottita di paglia e non ho un cervello per capire le cose… ma dimmi, questo Mago di Oz è molto potente?

– Si è molto potente, almeno così mi hanno detto… – rispose non molto sicura Dorothy.
– E dici che potrebbe darmi un cervello? – chiese lo Spaventapasseri.
– Non ne ho idea, però puoi accompagnarmi fino alla Città di Smeraldo così potrai scoprirlo.
– Va bene, accetto volentieri! – disse entusiasta lo Spaventapasseri, e si incamminarono assieme sul sentiero di mattoni dorati.

Camminarono e camminarono fino ad arrivare dentro un bosco dove c’era un ruscello di acqua limpida, e lì si fermarono. Dorothy si sciacquò il viso e fece una merenda. Ne offrì anche allo Spaventapasseri, ma lui la bocca ce l’aveva solo dipinta e non aveva bisogno di mangiare.
Ad un certo punto sentirono uno strano rumore.

– Cosa è stato? – chiese intimorita Dorothy.
– Non ne ho idea – rispose lo Spaventapasseri.
Il rumore sembrava provenire da un punto alle loro spalle. Si volsero e, fatti pochi passi nella foresta, l’attenzione di Dorothy fu attratta da qualcosa che luccicava in mezzo agli alberi.

Davanti a loro c’era un uomo fatto di latta con una scure in mano. Se ne stava immobile in quella scomoda posizione con la scure alzata, rigido come una statua.
Toto gli ringhiò contro abbaiando e addentandogli la gamba, ma si dovette allontanare subito uggiolando dal dolore ai denti per aver morso un pezzo di dura latta.

– Sei stato tu a fare quel gemito rumoroso? – chiese Dorothy.
– Si – rispose l’uomo di latta con voce roca – ero proprio io, da quasi un anno mi lamento in continuazione, ma mai nessuno è venuto qui ad aiutarmi finora…

– Cosa possiamo fare per te? – domandò la bambina.
– Prendi l’oliatore che sta in quel capanno e ungimi le giunture, sono talmente arrugginite che non riesco più a muovermi…

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Dorothy corse al capanno, prese l’oliatore e con cura iniziò ad oliare tutte le giunture, collo, spalle, braccia e gambe, finché l’Uomo di Latta non fu libero di muoversi liberamente.

– Grazie mille amici miei! Sarei rimasto per sempre in quella scomoda posizione se non foste arrivati a salvarmi! Come mai siete capitati da queste parti?
– Stiamo andando alla Città di Smeraldo per incontrare il Mago di Oz. Io voglio chiedergli di farmi ritornare nel Kansas dai miei zii, mentre lo Spaventapasseri vorrebbe chiedergli di ricevere un cervello.

– Pensate che il Mago di Oz mi possa dare un cuore? – chiese l’Uomo di Latta
– Be’, non sarebbe più difficile che dare un cervello allo Spaventapasseri… vieni con noi! – gli disse Dorothy.
– Va bene! Però devo portarmi dietro l’oliatore, se dovessi bagnarmi mi arrugginirei di nuovo…

I tre ripresero il cammino sul sentiero di mattoni dorati. Dopo un po’ Dorothy, presa dalla curiosità, chiese all’Uomo di Latta:
– Ma perché vuoi chiedere al mago di Oz di darti un cuore?
– Perché una volta ero un uomo di carne ed ossa, mi ero innamorato di una ragazza, ma sua madre non ne voleva sapere di me, quindi ha chiesto alla Strega Cattiva dell’Est di impedire che io e sua figlia ci sposassimo. Con un incantesimo la strega mi ha trasformato in un uomo di latta, senza più un cuore per essere innamorato della mia bella… ecco, se potessi riavere un cuore potrei tornare ad essere innamorato di lei.

Dorothy e lo spaventapasseri ascoltarono con attenzione, capendo perché ci teneva tanto a volere un cuore. Intanto continuavano a camminare sul sentiero di mattoni dorati attraverso il folto bosco.

Ad un certo punto si udì uno spaventoso ruggito, e d’un tratto, con un balzo, dalla foresta sbucò fuori un grosso leone che, con una zampata, fece volare lo spaventapasseri a bordo strada e, con gli artigli affilati, colpì il Boscaiolo di Latta.

Toto iniziò ad abbaiare forte e il leone spalancò le fauci per azzannarlo, ma Dorothy per paura che il suo caro cagnolino facesse una brutta fine, si piantò davanti al leone tirandogli due sonori schiaffi sul muso.

– Non azzardarti a toccare Toto! – gridò Dorothy – Vergognati! Un bestione grosso come te che se la prende con un piccolo cagnolino!
– Ma io non l’ho morso… – rispose piagnucolando il leone, che si stava strofinando il muso con le sue grosse zampe, per il dolore degli schiaffi ricevuti.
– No, ma ci hai provato, sei solo un codardo!

– Lo so, sono un codardo, ma che ci posso fare se sono fatto così? – disse in tono triste il leone.
– E che cosa ti ha fatto diventare così? – chiese Dorothy con curiosità.
– Non lo so, ci sono nato codardo… di solito per far paura a qualcuno mi basta fare un grosso ruggito, e quello scappa a gambe levate, ma se qualcuno volesse battersi con me, penso che scapperei io a gambe levate…

– Ma un leone come te dovrebbe essere il re della foresta! – esclamò lo Spaventapasseri, che intanto si stava rassettando i vestiti mentre l’Uomo di Latta si puliva i graffi.
– Hai ragione, sapessi quanto sono infelice per questo! Dovete scusarmi se vi ho spaventato ora vi lascio andare per la vostra strada… a proposito, dove siete diretti?
– Stiamo andando alla Città di Smeraldo a chiedere udienza al grande Mago di Oz, devo chiedergli di rimandarmi nel Kansas dai miei zii – disse Dorothy.

– E io devo chiedergli di darmi un cervello – continuò lo Spaventapasseri.
– E io devo chiedergli di darmi un cuore – aggiunse l’Uomo di Latta.
Il Leone Codardo li guardò un attimo incuriosito, poi con un fil di voce chiese:
– Pensate che il Mago di Oz potrebbe darmi del coraggio?

– Se può dare un cervello a me… – disse lo Spaventapasseri.
– E a me un cuore… – aggiunse il Boscaiolo di Latta.
– Se può aiutarmi a tornare dai miei zii nel Kansas… – concluse Dorothy.
– Allora se non avete nulla in contrario, posso unirmi a voi?
– Sei il benvenuto! – risposero tutti in coro. Anche Toto abbaiò con approvazione.

Il gruppetto quindi si rimise felice in viaggio lungo il sentiero di mattoni dorati che portava alla Città di Smeraldo

… continua nel CAPITOLO 3

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Curiosità sul Mago di Oz

● “Il Mago di Oz” fu solo il primo di una lunga serie di episodi (in tutto 13) che Baum scrisse sul paese incantato di Oz.

● Il libro è stato tradotto in oltre 50 lingue nel mondo.

● Del racconto fu realizzato nel 1939 uno dei film più amato di tutti i tempi: “The Wizard of Oz” interpretato da Judy Garland che è anche la cantante della famosissima canzone della colonna sonora “Over the Rainbow”. Se non la conoscete e volete ascoltare uno dei brani più belli della storia della musica seguite questo link su youtube.

● Nel film le scarpette di Dorothy non sono d’argento ma rosse, il cambiamento fu fatto per farle spiccare meglio sul grande schermo (Il Mago di Oz fu uno dei primi grandi film realizzato a colori)

● Sempre nel film il finale è stato cambiato: Dorothy alla fine si sveglia, il mondo di Oz era solo stato un lungo magnifico sogno…

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Il meraviglioso Mago di Oz

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Silvia - fabulinis.com

Ciao sono Silvia, sono una Musicista e Musicoterapeuta, realizzo laboratori di musicalità per i più piccini da 0 a 6 anni, utilizzando il gioco come mezzo per migliorare e rendere più sereno il rapporto tra genitori e figli. Mentre nel tempo libero mi diverto a leggere e raccontar fiabe ai bambini. 😊

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Ciao sono William, sono Designer e facilitatore certificato LEGO® Serious Play®, faccio progetti, e tante volte anche molti castelli in aria... Nel tempo libero mi diverto a scrivere le fiabe che trovate qui su fabulinis così poi Silvia ha qualcosa da leggere 😉

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