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Pinocchio 🤥 CAPITOLO 8

Pinocchio 🤥 CAPITOLO 8:
Il Paese dei Balocchi.


Il viaggio era durato tutta la notte, e al mattino erano finalmente arrivati.
Nel paese c’erano solo ragazzi, dagli otto ai quattordici anni, tutti che correvano a destra e sinistra, che urlavano e gridavano, che giocavano e si divertivano tra loro. Era un pandemonio incredibile.
Festa dalla mattina alla sera e feste in ogni angolo del paese.

Pinocchio, Lucignolo e tutti gli altri ragazzi che avevano fatto il viaggio assieme sul carretto, si fiondarono in mezzo alla baraonda, e nel giro di pochi minuti diventarono amici di tutti.
– Che spasso! – diceva Lucignolo.
– Che bella vita! – gli faceva eco Pinocchio.

Parlando con gli altri ragazzi, però, a volte non si capivano. Quelli che erano lì da più tempo spesso sbagliavano a pronunciare le parole, dicevano “arin metica” al posto di aritmetica, “abasso la schola” al posto di abbasso la scuola ecc. Ma nè Pinocchio né Lucignolo ci badarono più di tanto.
Così in quel paese della cuccagna continuarono a divertirsi, non facendo nulla e non aprendo mai più un libro, per ben cinque mesi

Una mattina, però, accadde una cosa strana. Svegliandosi, Pinocchio si accarezzò la testa e al posto delle sue minuscole orecchie intagliate nel legno, trovò due enormi orecchie da asino.
Subito cercò uno specchio e, disperato, vide le due grandi orecchie ai lati della testa.

Poco dopo bussò alla porta Lucignolo, anche a lui erano spuntate due enormi orecchie da asino ed era disperato tanto quanto Pinocchio. Ma non riuscirono nemmeno a chiedersi cosa fosse successo che le loro gambe iniziarono a tremare, così che dovettero mettersi giù a quattro zampe.
In pochi minuti tutti e due si erano trasformati in due Asini completi, giusta punizione per chi, non volendo saperne di libri, scuole e maestri, passava le giornate a giocare e perdere tempo.

Qualcuno bussò alla porta, era l’omino che guidava il calesse. Era venuto a prenderli per venderli al mercato.
Lucignolo fu comprato da un contadino, mentre Pinocchio fu comprato dal direttore di un circo.

Il direttore del circo lo aveva comprato per preparare un grande spettacolo mai visto prima: un asino danzante.
Pinocchio non poteva neppure lamentarsi, perché al posto di parlare ragliava, e il direttore del circo lo convinse ad imparare il balletto a suon di frustate.

Così arrivò il giorno del debutto di Ciuchino-Pinocchio. Iniziò a fare i suoi numeri, prima al trotto, poi al galoppo e infine il salto nel cerchio, ma mentre saltava, Pinocchio, si accorse che tra il pubblico c’era la Fata Turchina che lo osservava, e cadde malamente azzoppandosi una gamba.

Per il circo Ciuchino-Pinocchio era ormai diventato inutile, così il direttore lo portò sopra una scogliera e lo buttò in mare.
Ciuchino-Pinocchio, non sapendo nuotare, andò subito a fondo, si agitò tutto cercando di ritornare a galla, ma per lo spavento e per lo sforzo piano piano perse i sensi e si lasciò trascinare dalla corrente…

… continua nel CAPITOLO 9

Curiosità su Pinocchio

● Carlo Lorenzini, vero nome di Carlo Collodi, scrisse Pinocchio in un momento di difficoltà della sua vita.

● In realtà il vero Pinocchio era lui stesso, sempre pronto a far “bambinate” e pieno di debiti al gioco d’azzardo, si mise così a scrivere una storiella per bambini per guadagnare qualche soldo. Ma già dopo pochi capitoli si era stancato e aveva scritto la parola fine del suo racconto più o meno quando i due banditi appendono Pinocchio all’albero.

● Ma ormai Pinocchio aveva iniziato a viver di vita propria dentro l’entusiasmo e l’immaginazione dei bambini tanto che, a furor di popolo, fu costretto a tirar giù Pinocchio dall’albero e rimetterlo di corsa a vagabondare per la sua strada. Una strada piena di avventure e di crescita interiore che lo porterà a diventare finalmente un bambino in carne ed ossa.

● La verità è che dentro le pagine del libro, ognuno di noi può immedesimarsi in Pinocchio, perchè racconta con parole semplici e senza troppi giri di parole, il birbante che si nasconde dentro tutti i bambini.

● Pinocchio è anche stato un racconto da cui poi sono stati ripresi concetti e modi di dire che oggi sono di uso comune, come:

  • “le bugie dal naso lungo o dalle gambe corte” per indicare chi mente;
  • “il paese dei balocchi” per indicare un luogo immaginario e fantastico dove non si fa nulla dalla mattina alla sera;
  • “Sono fritto!” che si riferisce ad un momento non presente nella nostra versione della fiaba, dove Pinocchio rischia di essere messo in padella e mangiato da un pescatore.
  • “Il Gatto e la Volpe” per indicare una coppia di persone poco affidabili

● Il libro divenne talmente famoso in tutto il mondo (è il libro in lingua italiana più venduto nella storia e vanta ben 240 traduzioni in lingua estera) che anche Tolstoj nel 1936, ne scrisse una versione molto simile.

● Di Pinocchio si sono fatti film di animazione (il più famoso è sicuramente quello della Walt Disney) che dal vero (come non ricordare il Pinocchio interpretato da Benigni nel 2002 o, l’ultimo del 2019, con alla regia Garrone in cui sempre lo stesso Benigni interpreta Geppetto?)

● E la canzone di Edoardo Bennato sul Gatto e la Volpe chi può scordarla?
ascoltatela su youtube 😉

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Pinocchio

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