Fingo di essere una bambina egizia

Hai mai immaginato di essere la figlia del faraone?
Beatrice ci propone questo racconto ambientato nell’antico egitto, in cui immagina di essere la figlia del faraone 😊
Fingo di essere una bambina egizia
Ciao a tutti, io sono la figlia del Faraone, il mio nome è Samira. Mio padre si chiama Akhenaton ed è simpatico con chi rispetta gli ordini, ma chi non li rispetta, non fa una bella fine…
I servi sono coloro che non hanno rispettato le leggi, che non sono riusciti a pagare i propri debiti e le persone schiave di guerra.
Mia madre era una nobile promessa sposa a mio padre, così è diventata regina: lei si chiama Nefrite ed è la donna più bella di tutto
l’Egitto.
Infine c’è mio fratello, il più piccolo della famiglia, si chiama Tutankhamon e sarà il prossimo Faraone dopo mio padre.
Io ho 6 anni, mentre mio fratello ne ha 5.
Mio fratello frequenta la scuola da quando aveva quattro anni, così hanno voluto i miei genitori. Lui ci ha raccontato che se qualcuno
disubbidiva alle regole, non venivano frustati, perché erano piccoli, però davano loro punizioni supplementari come rimanere fino alla
sera a scuola, oppure rimanere finché non avevano finito di pulire la classe.
Agli insegnanti non importava se i genitori dei bambini fossero il re e la regina, oppure nobili e funzionari: il compito dei bambini di quella età era andare a scuola dall’alba al tramonto.
Io durante la giornata vado a vedere che cosa fanno la mamma e il papà. La mamma chiacchiera con le donne nobili. Lei ha anche qualche amica artigiana che conosce da quando era piccola (essendo amiche, non le dava ordini). Il papà ordina ai funzionari di andare con il capo dell’esercito e agli scriba di controllare e a provare i prodotti artigianali, agricoli e via dicendo (perché dà qualche vizio ? anche a loro).
Dal momento che a casa non ho nessuno con cui giocare, vado a “spiare” mio fratello a scuola, per vedere cosa fa e vedo sempre qualcuno che si distrae. Siccome non ho voglia di vedere un bimbo che deve pulire tutta la classe dall’alba al tramonto, poiché sicuramente saranno puniti per la distrazione, me ne vado dalle mie amiche.
Quando qualche bambino mi fa pena, vado a chiedere a mio papà se può fare qualcosa, lui mi accontenta sempre (forse ispiro tenerezza, questa è una qualità da sfruttare).
Le mie migliori amiche sono Shira e Gohar. Shira è la figlia di due funzionari e Gohar di due contadini. Anche se apparteniamo a famiglie di livello sociale differente, siamo comunque amiche.
Quando mi annoio, gioco a palla con Gohar perché a lei piacciono molto gli sport La palla con cui giochiamo è fatta di cuoio con qualche disegnino ricamato sopra.
Con Shira, invece, giochiamo con bambole di pezza o di legno coi capelli di paglia, ma soprattutto di legno. Quando io, Shira e Gohar siamo tutte insieme ci divertiamo giocando con la corda: la nostra corda è fatta di filamenti di paglia intrecciati da tessuti
abbastanza resistenti come il “lino”, un tessuto usato anche per fare i vestiti o per mummificare i corpi dei defunti detti… mhmm…
credo che le persone li chiamino “mummie”.
Per essere così piccola sono orgogliosa di me stessa, io so scrivere i temi e adoro quello che faccio durante la mia giornata. Dato che mi piace molto scrivere, quando sarò grande il mio sogno nel cassetto è diventare la prima donna scriba di tutto l’Egitto, poter dire alla fine della mia giornata: “Bene per oggi è tutto”.
— Fine della fiaba —
fabulinis ringrazia Beatrice Bonizzoni di 10 anni per aver condiviso con tutti noi questo racconto ambientato nell’antico egitto.
Beatrice ha anche un canale youtube in cui racconta le sue storie.