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La vita sumera

cover della storia la vita sumera

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Come vivevano i sumeri più di 4000 anni fa?

Beatrice di 10 anni ci descrive uno spaccato di vita quotidiana degli antichi sumeri immaginando di essere un’artigiana dell’epoca 😊

La vita sumera


Io sono un’artigiana sumera, vivo con mia madre e mio padre.
Mia madre si occupa di lavorare l’argilla sopra il tetto con una sua amica (il tetto è piatto per permettere alle donne di lavorare con più spazio), mentre mio padre è il comandante dell’esercito, per ordine del re va a ispezionare i vari prodotti che propongono i mercanti. Le case qui a Uruk non sono tanto ampie e per salire sul tetto bisogna aprire una botola e tirare giù la scala. Un edificio che mi piace in particolare è la “ziggurat”, un grande palazzo costruito con mattoni d’argilla e formato da
lunghe terrazze (che sono) collegate l’una all’altra da scalinate.

Per tenere uniti i mattoni i Sumeri utilizzano il petrolio. Io so che nella parte bassa della ziggurat ci sono i magazzini, dove vengono conservati prodotti di ogni tipo, nella parte più alta della ziggurat si trova il tempio che è dedicato al dio che protegge la città, è lì che si svolgono i riti. Un altro edificio importante è il palazzo del re, all’interno del quale egli vive con la sua famiglia e i funzionari.

La “piramide sociale” è formata da diversi ruoli, quelli dei Sumeri sono:
a capo della società c’è il re o sovrano, lui dirige l’esercito e stabilisce le leggi, il sommo
sacerdote è la persona più importante dopo il re, egli si occupa di svolgere i riti in onore
degli Dèi, poi ci sono i comandanti dell’esercito e i funzionari che organizzano per ordine
del re il lavoro nei campi e controllano i prodotti; gli scribi si occupano di scrivere tutto ciò che riguarda la città.

I soldati vigilano alle mura della città-stato se ci sono nemici in vista.
La ruota dei carri dei soldati è la ruota che usano i vasai; proseguendo la scala sociale, ci sono gli artigiani che come me producono oggetti per la vita quotidiana e i mercanti che si occupano di scambiare oggetti grazie al sistema del “baratto”.

I contadini e i pastori costituiscono la maggior parte della popolazione, una volta finito il loro lavoro consegnano i loro prodotti al tempio dove verranno ripagati con risorse utili alla loro sopravvivenza; infine ci sono gli schiavi che si trovano all’inizio della piramide sociale, essi sono uomini prigionieri di guerra o che non sono riusciti a pagare i propri debiti.

Adesso parlo un po’ di me e vi racconto la mia vita quotidiana…allora, questa mattina mi sono svegliata presto perché dovevo preparare i vasi con l’argilla che mia mamma aveva preso, ho modellato l’argilla con il tornio fino a farle prendere forma, poi l’ho messa a
cuocere nel forno.

Dopo di che sono andata col carro al “mercato” o, come lo chiamo io, centro di commercio e ho venduto i miei vasi a un mercante che li venderà a sua volta.
Dato che a Uruk gli alberi sono pochissimi, il legno vale quasi più dell’oro, ma siccome nella mia famiglia lavoriamo tutti, sono riuscita a barattare un carro, sfortunatamente per tutte le scorte di latte che il mio asino aveva fatto, ma non era un problema, si potevano sempre comprare.

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Noi Sumeri siamo politeisti, cioè crediamo in tanti Dèi, uno dei Dèi più importanti è il mito di “Gilgamesh” l’eroe sumero che come ogni dio ha sembianze umane ma è in grado di compiere missioni straordinarie, si vocifera che egli compì un incredibile missione per
raggiungere Utnapishtim l’unico umano sopravvissuto al diluvio. Altri Dèi conosciuti dai Sumeri sono Inanna dea della terra, Enlil dio dell’aria, Enki dio delle acque ed Anu dio del cielo.

La scrittura dei Sumeri è cuneiforme cioè ha forme triangolari e cunei. Dato che noi Sumeri abbiamo la necessità di “registrare” i prodotti avevamo inventato la scrittura numerica, per ogni oggetto corrispondeva un gettone d’argilla, essa fu poi rinvenuta su dei sigilli che utilizzavamo per sigillare i vasi che contenevano i prodotti e su ogni sigillo era impresso un semplice simbolo.

Poi vennero i pittogrammi, difficili da scrivere e da imparare, quindi i saggi e i sacerdoti li semplificarono fino a farli diventare ideogrammi. Gli ideogrammi indicavano idee e azioni. Con il tempo la scrittura si facilitò, gli ideogrammi diventarono trattini con una forma simile ai triangoli e ai cunei: da allora la scrittura fu chiamata “cuneiforme”, costituita da seicento segni.

Con l’invenzione della scrittura nacque il lavoro dello “scriba”, per andare a scuola ci sono degli scribi a insegnare e gli assistenti hanno la frusta, siccome i bambini che disattendono alle regole o si fanno i fatti loro devono essere puniti. Ai Sumeri piace imparare sempre cose nuove, è per questo motivo che ci siamo specializzati in diversi campi:

in matematica abbiamo introdotto l’abaco, uno strumento capace di indicare le unità, le decine e le centinaia con semplici calchi paralleli, ogni solco contiene piccoli sassolini detti calcoli, questi ultimi servono per fare le operazioni aritmetiche.

Ora arriva la parte che preferisco: l’astronomia. I sacerdoti conoscono i cinque pianeti visibili a occhio nudo: Venere, Marte, Mercurio, Saturno e Giove.

Noi Sumeri, siamo molto intelligenti ed esigenti ed è proprio grazie a queste qualità che siamo riusciti a prevedere l’andamento delle stagioni e delle piene improvvise del Tigri e dell’Eufrate (le piene sono le fuoriuscite dagli argini).

In realtà siamo riusciti a prevedere queste cose grazie alla nostra capacità di osservazione notturna del cielo e dei fiumi. Abbiamo diviso (da poco) il tempo in unità di sessanta minuti e oltre tutto abbiamo inventato un calendario formato da dodici mesi, quindi che comodità le persone del futuro con tutte queste invenzioni… le abbiamo create noi!

In medicina, i medici, per curarci quando stiamo male usano rimedi e miscugli a base di erbe medicinali, nella speranza di guarire i pazienti.
I medici per curarci a volte usano una sostanza minerale come “l’ametista”, che può servire per esempio per curare forti mal di testa come l’emicrania.
Oltre all’ametista i Sumeri utilizzavano anche l’aloe vera per i benefici alla pelle, per disinfettare le ferite e per preparare
cibi genuini.

Adesso vi saluto, la mia giornata è finita. Vi ho descritto la mia giornata e il mio popolo, ma adesso è arrivato il momento di salutarci e per me di prepararmi per andare a letto, oh è vero, mi sono dimenticata di dirvi che il mio letto è un tappetino di pelle di
animale che si stende a terra e adesso con il riposo, mi preparo ad affrontare una nuova giornata…

— Fine della fiaba —
fabulinis ringrazia Beatrice Bonizzoni di 10 anni per aver condiviso con tutti noi questo racconto ambientato nell’antica Mesopotamia.
Beatrice ha anche un canale youtube in cui racconta le sue storie.

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