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Il piccolo principe 💫 CAPITOLO 9

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Il Piccolo Principe 💫 CAPITOLO 9


C’era, accanto al pozzo, un rudere di un vecchio muro di pietra.
contro ogni speranza ero riuscito a riparare il mio aereo e, quando tornai la sera successiva, vidi da lontano il mio piccolo principe seduto lassù, con le gambe penzoloni. Stava parlando con qualcuno:
– Quindi non ricordi? – disse – Non è proprio qui!

Qualcuno gli rispose, perchè poi aggiunse:
– Sì! Sì! Il giorno è giusto, ma non il posto…
Camminai verso il muro, ancora non vedevo né sentivo nessuno, eppure il piccolo principe rispose ancora:
– … certo… Vedrai la mia traccia nella sabbia, devi solo aspettarmi lì. Ci vediamo stasera…

Ero a pochi metri dal muro e ancora non riuscivo a vedere nulla.
Il piccolo principe dopo un breve silenzio disse ancora:
– Hai del buon veleno? Sei sicuro che non mi farai soffrire a lungo?

Mi fermai. Il mio cuore sprofondava, ma continuavo a non capire.
– Ora vattene – disse – voglio tornare giù!

Così abbassai gli occhi anch’io e saltai dallo spavento!
C’era uno di quei serpenti gialli che se ti mordono ti uccidono in trenta secondi. Il serpente si lasciò sprofondare dolcemente nella sabbia e sparì.

Arrivai al muro giusto in tempo per prendere al volo il mio piccolo principe, pallido come la neve.
– Cosa significa?! Perché parlavi col serpente?!

Lo feci bere, non osavo chiedergli altro. Mi guardò cupo in viso e mi mise le braccia al collo. Sentivo il suo cuore battere come quello di un uccello morente a cui hanno sparato con un fucile.

Lui mi disse:
– Sono contento che tu abbia abbia riparato il tuo aereo, ora puoi tornare a casa…
– Come lo sai?
Non mi rispose, ma ha aggiunse:
– Anche io oggi vado a casa… – poi malinconicamente – è molto più lontano… è molto più difficile…

Sentivo che stava accadendo qualcosa di straordinario. Lo stringevo forte fra le braccia come un bambino, eppure mi sembrava che stesse sprofondando in un abisso senza che io potessi fare nulla per trattenerlo…

Aveva uno sguardo serio, perso molto lontano:
– Ho le tue pecore, e ho la cassetta e la museruola… – sorrise malinconicamente.

Aspettai a lungo, sentivo che a poco a poco si stava scaldando:
– Hai paura…? – aveva molta paura, ovviamente! Ma sorrise:
– Sarò molto più spaventato stasera…

Di nuovo mi sentii congelare al pensiero di quello che poteva succedere, e capii che non potevo sopportare l’idea di non sentire mai più quella risata. Per me era come una fontana nel deserto.

– Piccolo principe, voglio ancora sentirti ridere…
Ma lui mi disse:
– Stasera, sarà un anno che ho lasciato il mio pianeta, la mia stella sarà proprio sopra dove sono caduto l’anno scorso…

– É solo un brutto sogno… il serpente, l’appuntamento con una stella… vero?
Ma senza rispondermi disse:
– Ciò che è importante, non si vede…
– Certo…
– È come il fiore. Se ami un fiore che è su una stella, è dolce di notte guardare il cielo. Tutte le stelle sono fiorite.
– Certo…

– Guarderai le stelle di notte. La mia stella è troppo piccola per mostrarti dov’è, meglio così… sarà per te una delle tante stelle, e ti piacerà guardarle… saranno tutte tue amiche. E poi ti faccio un regalo… – e rise di nuovo.
– Ah! Piccolo uomo… mi piace sentire quella risata!

– Sarà questo il mio regalo… sarà come per l’acqua…
– Cosa intendi?
– Le stelle non sono tutte uguali per le persone: per quelli che viaggiano, le stelle sono guide. Per altri non sono altro che piccole luci. Per altri ancora sono problemi. Per il mio uomo d’affari erano oro. Ma tutte quelle stelle tacciono… tu, avrai stelle che nessuno ha…

– Cosa intendi?
– Quando guarderai il cielo, di notte, visto che io vivrò su una di esse e riderò, allora sarà per te come se ridessero tutte le stelle. Avrai stelle che sanno ridere!
E rise di nuovo.

– Sarai felice di avermi conosciuto, tu sarai sempre mio amico. Avrai voglia di ridere con me, e a volte aprirai la tua finestra, proprio così, per divertirti… e i tuoi amici saranno molto sorpresi di vederti ridere mentre guardi il cielo. Allora dirai loro: “Sì, le stelle mi fanno sempre ridere!” E penseranno che sei pazzo. Ti ho fatto uno scherzo molto brutto…
E rise di nuovo.

– Sarà come se ti avessi dato, al posto delle stelle, mucchi di sonagli che sanno ridere…
E rise di nuovo. Poi tornò serio:
– Questa notte…sai, non venire.

– Non ti lascerò.
– Sembrerà che io stia soffrendo… sembrerà un po’ come se stessi morendo… non venire a vederlo, non ne vale la pena…

– Non ti lascerò.
Era preoccupato per me.
– È per via del serpente… i serpenti sono cattivi, potrebbe morderti…

– Non ti lascerò.
Ma qualcosa lo rassicurò:
– È anche vero però che non hanno veleno per un secondo morso…

Quella notte non lo vidi partire, era scappato senza far rumore. Quando riuscii a raggiungerlo, camminava deciso con passo rapido.
Mi disse solo:
– Ah! Sei tu…
E mi prese per mano, ma si rabbuiò:
– Stai sbagliando, ne soffrirai… sembrerò morto, ma non sarà vero…

Rimasi in silenzio.
– Capisci… è troppo lontano! Non posso portare con me questo corpo, è troppo pesante…

Rimasi in silenzio.
– Sarà come una vecchia scorza abbandonata. Non sarà che una triste vecchia scorza…

Rimasi in silenzio.
Si scoraggiò un poco, ma si fece forza:
– Sarà bello, sai? Anch’io guarderò le stelle… tutte le stelle saranno pozzi con una carrucola arrugginita, tutte le stelle mi verseranno da bere…

Rimasi in silenzio.
– Sarà così divertente! Tu avrai cinquecento milioni di sonaglietti, io avrò cinquecento milioni di fontane…
E anche lui tacque, perché piangeva…

– È qui. Lasciami andare da solo.
E si sedette perché aveva paura.

Poi disse:
– Sai… il mio fiore… ne sono responsabile! Ed è così debole! Ed è così ingenuo… ha quattro spine inutili per proteggersi dal mondo…
Mi sedetti pure io, perché non riuscivo più a stare in piedi.

– Questo è tutto… – concluse il piccolo principe.
Esitò ancora un po’, poi si alzò.
Fece un passo.
Io non riuscivo a muovermi.

Non ci fu che un lampo giallo vicino alla sua caviglia.
Rimase immobile per un momento.
Non gridò.
Poi cadde dolcemente senza nemmeno un rumore, sulla morbida sabbia.

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EPILOGO

Sono già passati sei anni… Non ho mai raccontato questa storia prima.
Gli amici che mi hanno rivisto tornare sono stati molto felici di vedermi vivo.
Ero triste, ma dissi loro che era per la stanchezza…

So benissimo che è tornato sul suo pianeta, perché, all’alba, non trovai il suo corpo. Non era un corpo così pesante…
Adesso mi piace ascoltare le stelle di notte, sono come cinquecento milioni di sonaglietti…

Guardai il disegno della museruola: l’avevo disegnata senza il cinturino in pelle! Non avrebbe mai potuto legarla al muso delle pecore.
“Cosa sarà successo sul suo pianeta? Forse le pecore hanno mangiato il fiore… ma certo che no! Il piccolo principe ogni notte rinchiude il suo fiore sotto una teca di vetro, e guarda attentamente le sue pecore…”

Quindi sono felice.

E tutte le stelle sorridono dolcemente.

È un grande mistero questo. Per te che ami il piccolo principe, come per me, niente nell’universo è uguale se da qualche parte, non sappiamo dove, una pecora che non conosciamo ha mangiato una rosa, o forse no…

Guarda il cielo. Chiediti: le pecore hanno mangiato il fiore o no? E vedrai come tutto cambia…

E nessun adulto capirà mai perché conta così tanto!

Un giorno disegnai il paesaggio più bello e più triste del mondo: un deserto.
È lo stesso paesaggio in cui il piccolo principe è apparso sulla terra, e poi è scomparso.

Se mai viaggerai in Africa, nel deserto, ti prego di non avere fretta, aspetta solo un po’ sotto le stelle!

Se poi un bambino viene da te, se ride, se ha i capelli d’oro e se non risponde mai quando viene interrogato, indovinerai chi è.
Quindi sii gentile, non lasciarmi così triste: scrivimi presto che il piccolo principe è tornato…

⚜ Fine della fiaba ⚜

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Note al piccolo principe

La versione del piccolo principe che avete appena letto non è una rielaborazione di una fiaba o racconto classico come di solito facciamo, ma una vera e propria traduzione/riduzione dall’originale francese.

Il piccolo principe in realtà e un’unica lunga, magnifica e immensa poesia, che se fosse stata riassunta in forma di racconto avrebbe perso tutto il significato e la magia che contiene.

Non si può arrivare alla frase “l’essenziale è invisibile agli occhi” senza aver raccontato e descritto tutti i passaggi che sono serviti al piccolo principe per arrivare fin lì…

Il piccolo principe è un’opera abbastanza inscindibile dai dolci acquarelli dello stesso Saint-Exupery, molte parti del racconto original efanno direttamente riferimento ai disegni che bisogna guardare e “inserire” all’interno della storia. Non potendo inserirli su fabulinis, è qui che abbiamo deciso di rimaneggiare più “pesantemente” il piccolo principe, descrivendo dove possibile i disegni in modo che entrassero a far parte del racconto, facendo in modo di poterli immaginare anche senza poterli vedere.

Speriamo che questo adattamento vi sia piaciuto!

😊

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🖌 scarica il disegno da colorare del piccolo principe! 🎨

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Silvia - fabulinis.com

Ciao sono Silvia, sono una Musicista e Musicoterapeuta, realizzo laboratori di musicalità per i più piccini da 0 a 6 anni, utilizzando il gioco come mezzo per migliorare e rendere più sereno il rapporto tra genitori e figli. Mentre nel tempo libero mi diverto a leggere e raccontar fiabe ai bambini. 😊

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Ciao sono William, sono Designer e facilitatore certificato LEGO® Serious Play®, faccio progetti, e tante volte anche molti castelli in aria... Nel tempo libero mi diverto a scrivere le fiabe che trovate qui su fabulinis così poi Silvia ha qualcosa da leggere 😉

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