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Pinocchio 🤥 CAPITOLO 4

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Pinocchio 🤥 CAPITOLO 4:
Il gatto e la volpe


– Buongiorno Pinocchio – lo salutò la volpe.
– Com’è che sai il mio nome? – domandò il burattino.
– Conosco bene il tuo papà, l’ho visto ieri in maniche di camicia che tremava dal freddo.
– Povero papà… ma se tutto va bene non dovrà mai più patire il freddo, perché oggi son diventato un gran signore!

– Un gran signore, tu?! – la volpe si mise a ridere sonoramente, e il gatto rideva anche lui.
– C’è poco da ridere, guardate qui, sono cinque monete d’oro! – Pinocchio le tirò fuori dalla tasca e le fece vedere al gatto e alla volpe.

Per la sorpresa il gatto cieco spalancò entrambi gli occhi e la volpe zoppa saltò con entrambe la gambe, poi aggiunse: – E cosa ne vuoi fare di tutti questi soldi?
– Voglio comprare una nuova giacca al mio papà ed un abbecedario per me!
La volpe guardò Pinocchio con aria pensosa e gli disse – Vuoi raddoppiare le tue monete d’oro?
– Magari fosse possibile… – gli rispose Pinocchio.

– Basta che tu ci segua nel paese dei Barbagianni, dove c’è il Campo dei Miracoli. Tu in quel prato fai una piccola buca, ci metti dentro le monete e le annaffi. Poi te ne vai tranquillo a letto e, quando la mattina dopo torni, ci trovi un albero pieno di monete d’oro.
Pinocchio non credeva alle sue orecchie, eppure il Gatto e la Volpe gli sembravano due persone perbene, quindi decise di seguirli.

S’incamminarono per il paese dei Barbagianni, ma cammina cammina, arrivò la sera e si fermarono stanchi morti all’osteria del Gambero Rosso, dove si riempirono per bene la pancia.
La volpe ordinò all’oste:
– Dateci due buone camere, una per noi e una per il nostro amico Pinocchio, ma svegliateci a mezzanotte, che dobbiamo ripartire per un lungo viaggio!
– Certamente – rispose l’oste alla volpe strizzandogli l’occhio.

Pinocchio, non appena si mise sotto le coperte si addormentò subito, e iniziò a sognare di alberi strapieni di monete d’oro, ma mentre stava sognando di afferrare le monete, l’oste entrò in camera per dirgli che era ormai mezzanotte.

– I miei amici Gatto e Volpe sono pronti?
– Sono partiti due ore fa, il figlio maggiore del Gatto non stava bene e sono dovuti correre via senza poter pagare la cena purtroppo… – Ah… – disse Pinocchio allungando una moneta d’oro all’oste per saldare il conto – e dove hanno detto che li avrei ritrovati?
– hanno detto di incontrarvi domani mattina al Campo dei Miracoli.

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Pinocchio si incamminò nella notte scura e silenziosa, interrotta ad un certo momento solo da uno strano sbattere d’ali che sembrava seguirlo.
– Chi va là? – gridò Pinocchio dalla paura.
– Sono il Grillo Parlante! Non fidarti ragazzo mio di chi dice di farti ricco dalla mattina alla sera, sono solo imbroglioni!

– Non darmi fastidio grillaccio del malaugurio! – gli rispose indispettito Pinocchio.
– Ricordati Pinocchio, i ragazzi che non ascoltano i buoni consigli, prima o poi se ne pentono…
– Bla bla bla… buona notte, Grillo.
– Stai attento, che di notte ci sono in giro i banditi…
Ma Pinocchio ormai camminava a passo spedito e non lo sentiva più.

Pochi minuti dopo Pinocchio, pensieroso per le parole del Grillo parlante, sentì dei rumori dietro di sé e vide due persone tutte vestite di nero che lo stavano seguendo.
Pinocchio capì subito che si trattava dei banditi, proprio come aveva detto il Grillo Parlante.
“Vorranno le mie monete d’oro” pensò il burattino, e con un gesto veloce le tolse dalla tasca e se le mise in bocca, iniziando a correre.

Ma una mano gli afferrò forte il braccio, e una voce orribile gli disse:
– O la borsa o la vita!
Pinocchio, che con le monete in bocca non poteva parlare, cercò sbracciandosi in tutti i modi di far capire che era solo un povero burattino.

– Meno storie e fuori i soldi! – gridavano minacciosamente i due banditi – se non ci dai le monete prima tireremo il collo a te, e poi anche a tuo padre!
– No! Il mio povero babbo no! – gridò allora Pinocchio, ma facendo così i banditi videro le monete d’oro nella sua bocca.
– Sputa subito le monete, birbante! – gli gridarono.
Ma Pinocchio non le sputava.

Allora i due banditi lo presero e cercavano in tutti i modi di aprirgli la bocca. Ma Pinocchio non mollava, anzi, morse una delle mani dei banditi facendolo urlare di dolore, e riuscì a liberarsi.
Iniziò a correre a più non posso verso una casetta lì vicino e, arrivato alla porta, iniziò a bussare forte.

… continua nel CAPITOLO 5

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Curiosità su Pinocchio

● Carlo Lorenzini, vero nome di Carlo Collodi, scrisse Pinocchio in un momento di difficoltà della sua vita.

● In realtà il vero Pinocchio era lui stesso, sempre pronto a far “bambinate” e pieno di debiti al gioco d’azzardo, si mise così a scrivere una storiella per bambini per guadagnare qualche soldo. Ma già dopo pochi capitoli si era stancato e aveva scritto la parola fine del suo racconto più o meno quando i due banditi appendono Pinocchio all’albero.

● Ma ormai Pinocchio aveva iniziato a viver di vita propria dentro l’entusiasmo e l’immaginazione dei bambini tanto che, a furor di popolo, fu costretto a tirar giù Pinocchio dall’albero e rimetterlo di corsa a vagabondare per la sua strada. Una strada piena di avventure e di crescita interiore che lo porterà a diventare finalmente un bambino in carne ed ossa.

● La verità è che dentro le pagine del libro, ognuno di noi può immedesimarsi in Pinocchio, perchè racconta con parole semplici e senza troppi giri di parole, il birbante che si nasconde dentro tutti i bambini.

● Pinocchio è anche stato un racconto da cui poi sono stati ripresi concetti e modi di dire che oggi sono di uso comune, come:

  • “le bugie dal naso lungo o dalle gambe corte” per indicare chi mente;
  • “il paese dei balocchi” per indicare un luogo immaginario e fantastico dove non si fa nulla dalla mattina alla sera;
  • “Sono fritto!” che si riferisce ad un momento non presente nella nostra versione della fiaba, dove Pinocchio rischia di essere messo in padella e mangiato da un pescatore.
  • “Il Gatto e la Volpe” per indicare una coppia di persone poco affidabili

● Il libro divenne talmente famoso in tutto il mondo (è il libro in lingua italiana più venduto nella storia e vanta ben 240 traduzioni in lingua estera) che anche Tolstoj nel 1936, ne scrisse una versione molto simile.

● Di Pinocchio si sono fatti film di animazione (il più famoso è sicuramente quello della Walt Disney) che dal vero (come non ricordare il Pinocchio interpretato da Benigni nel 2002 o, l’ultimo del 2019, con alla regia Garrone in cui sempre lo stesso Benigni interpreta Geppetto?)

● E la canzone di Edoardo Bennato sul Gatto e la Volpe chi può scordarla?
ascoltatela su youtube 😉

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Pinocchio

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Ciao sono William, sono Designer e facilitatore certificato LEGO® Serious Play®, faccio progetti, e tante volte anche molti castelli in aria... Nel tempo libero mi diverto a scrivere le fiabe che trovate qui su fabulinis così poi Silvia ha qualcosa da leggere 😉

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