Aiutare i bambini a superare l’ansia da separazione 🥺

C’è un momento in cui ogni genitore si trova a dover affrontare quello sguardo lucido, quelle manine che si aggrappano, quel pianto che sembra spezzare il cuore.
È il momento del distacco, quando il bambino fatica a comprendere che torneremo, che l’assenza è solo temporanea.
Per loro, la separazione può sembrare un vuoto incolmabile, un’incertezza che li travolge.
Ma cosa succederebbe se potessimo trasformare quel distacco in un’attesa serena, in un momento di connessione anziché di paura?
Uno strumento potente, spesso sottovalutato, è la narrazione.
Le fiabe, con il loro linguaggio simbolico e rassicurante, possono aiutare i bambini a elaborare le emozioni, a dare un senso all’assenza e a sentirsi al sicuro anche quando non ci vedono.
Ecco perché ascoltare le fiabe può diventare un alleato prezioso. La voce che racconta crea un ponte tra noi e loro, anche quando siamo lontani.
Approfondiamo insieme come affrontare anche i distacchi più difficili:
- L’ansia da separazione: una fase naturale (ma faticosa)
- L’immaginazione: un’arma a doppio taglio
- La paura dell’abbandono: quando il distacco sembra definitivo
- Routine e cambiamenti: l’ancora di salvezza
- Comunicare con le storie: il linguaggio che i bambini capiscono
- Esempi pratici: come usare le fiabe nella vita quotidiana
- Conclusione
Aiutare i bambini a superare l’ansia da separazione 🥺
1. L’ansia da separazione: una fase naturale (ma faticosa)
L’ansia da separazione è un passaggio evolutivo normale, soprattutto tra gli 8 mesi e i 6 anni. Il bambino, ancora incapace di comprendere appieno il concetto di tempo, vive il distacco come un’esperienza emotivamente intensa.
Per lui, “tra un’ora” e “tra una settimana” possono sembrare la stessa cosa.
Questa ansia si manifesta in modi diversi: pianto disperato al momento del saluto, difficoltà a dormire, regressioni come la richiesta del ciuccio o pipì a letto.
Non è capriccio: è il suo modo di dirci che ha bisogno di sentirsi sicuro.
Ecco dove entra in gioco il potere della voce narrante.
Una fiaba ascoltata insieme prima della separazione può diventare un rituale rassicurante. Mentre la storia parla di personaggi che affrontano e superano un distacco, il bambino assorbe inconsciamente il messaggio: “Anche per loro è stato difficile, ma tutto si è risolto”.
2. L’immaginazione: un’arma a doppio taglio
I bambini vivono in un mondo dove realtà e fantasia si mescolano.
Se non ricevono spiegazioni chiare su dove andiamo e quando torneremo, la loro mente riempie i vuoti con scenari inquietanti: “E se mamma si perde? E se non torna più?”
Ecco perché le storie sono così potenti. Una fiaba che parla di un animaletto che affronta un distacco, ma poi ritrova la sua mamma, può dare al bambino un modello rassicurante.
Ma c’è di più. L’ascolto ripetuto della stessa fiaba crea familiarità e prevedibilità.
Quando il bambino riconosce la storia, sa già come andrà a finire: questo riduce l’incertezza.
Provate a scegliere una fiaba specifica sul tema del distacco e riproporla nei momenti di transizione. Col tempo, lo aiuterà ad autoregolarsi.
3. La paura dell’abbandono: quando il distacco sembra definitivo
Anche se ripetiamo “torno presto”, il bambino può temere che non sia vero.
Questa paura affonda le radici nella sua dipendenza emotiva e fisica da noi: per lui, amore significa presenza.
Le fiabe che parlano di legami indistruttibili possono aiutarlo a interiorizzare che l’amore non finisce quando ci allontaniamo.
Un trucco in più? Create insieme un oggetto-fiaba.
Dopo aver ascoltato una storia sul tema, realizzate un disegno dei protagonisti o usate un pupazzetto come simbolo.
Potrete riferirvi a quel personaggio nei momenti di distacco, ad esempio: “Ricordi come il piccolo orso sapeva che la mamma tornava sempre? Anche per noi è così”.
4. Routine e cambiamenti: l’ancora di salvezza
I bambini trovano sicurezza nella prevedibilità. Un trasloco, l’arrivo di un fratellino o anche solo un cambio di orario possono scatenare ansia.
Un audiofiaba inserita nella routine (prima della nanna o del rientro al lavoro) può diventare un momento di coccola e connessione.
Perché funziona?
Perché il cervello dei bambini ama le sequenze conosciute.
Se dopo la fiaba arriva sempre il momento del saluto, il bambino impara ad anticipare positivamente quel passaggio.
Scegliete storie con un finale ripetitivo e rassicurante, che possano diventare una formula emotiva positiva per il bambino.
5. Comunicare con le storie: il linguaggio che i bambini capiscono
Spiegare concetti astratti come il lavoro o il tempo a un bambino piccolo è difficile.
Ma se trasformiamo la realtà in una narrazione, tutto diventa più comprensibile.
Ecco un’esperienza da provare.
Inventate insieme una storia personalizzata con il vostro bambino come protagonista. Mentre la raccontate, inserite elementi della vostra routine: “E poi il mio bimbo/a sa che dopo il gioco con i cubetti, la mamma torna da…”.
6. Esempi pratici: come usare le fiabe nella vita quotidiana
Trasformare l’ansia da distacco in un’occasione speciale può cambiare radicalmente la percezione del bambino.
Ecco alcune idee da abbinare all’ascolto delle fiabe:
- Al mattino: Prima di uscire, ascoltate insieme una breve fiaba di separazione e rassicurazione. Potete dire: “Questa storia ci ricorda che ci penseremo sempre, anche quando non siamo insieme.”
- Al rientro: Chiedetegli di raccontarvi cosa è successo al personaggio della fiaba. Fatelo diventare un gioco: “Secondo te, il coniglietto era triste quando la mamma è uscita? E come ha fatto a sentirsi meglio?”
- Prima della nanna: raccontagli una fiaba che parli di serenità e ritrovo, oppure scegliete un’audiofiaba di fabulinis. La voce calma e le immagini evocate durante il racconto lo aiuteranno a rilassarsi, sapendo che domani sarete di nuovo insieme.
Questi rituali danno al bambino un senso di controllo e prevedibilità, elementi cruciali per superare la paura.
In conclusione:
Le fiabe non sono solo intrattenimento: sono ponti gettati tra il mondo reale e quello emotivo dei bambini, strumenti che li aiutano a dare un senso a ciò che ancora non comprendono.
E se provassimo, proprio questa sera, a trasformare il momento del distacco in un rituale magico?
Spegniamo le luci, accendiamo una lampada soffusa e lasciamoci guidare dalla voce di una fiaba.
Mentre le parole si diffondono nell’aria, il bambino imparerà, senza bisogno di spiegazioni, che l’amore non ha bisogno di presenza costante per esistere. E che, anche quando gli occhi non si vedono, i cuori restano uniti.
Allora, perché non provare?
Una fiaba condivisa può essere il filo invisibile che vi lega, anche quando siete lontani.
E la notte, forse, sarà più dolce per entrambi.
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