La guardiana delle oche 🦆
La Guardiana delle Oche: il segreto del vento
Una giovane principessa, costretta a scambiare il proprio ruolo con quello della sua domestica, si ritrova a fare la guardiana delle oche.
Ma dietro il suo silenzio si nasconde un segreto che solo il vento sembra conoscere.
Tra inganni, promesse infrante e l’eco di parole non dette, questa fiaba racconta di una verità che nessuno può nascondere per sempre.
Questa fiaba ispirata dai fratelli Grimm ci accompagnerà nell’avventura di Caterina, principessa derubata del suo ruolo da una perfida e ingrata domestica.
Alla fine del racconto troverai anche il 🎨 Disegno da colorare de “La guardiana delle oche 🦆“!
La guardiana delle oche 🦆
L’anziana Regina preparò un ricchissimo corredo nuziale per la figlia e, per accompagnarla nel lungo viaggio, la affidò ad una delle sue più fidate domestiche.
Ad entrambe diede un cavallo, ma quello della Principessa era speciale, si chiamava Falada e sapeva parlare.
Prima di salutarle la Regina prese un fazzoletto bianco, con un coltello si ferì il dito e vi versò sopra delle gocce di sangue, poi lo diede a Caterina.
– Tieni figlia mia – le disse – ne avrai bisogno lungo il viaggio – e la salutò.
La Principessa e la domestica si misero quindi in cammino. Dopo circa un’ora di viaggio a Caterina venne sete.
– Avrei sete, potresti andare al ruscello qui vicino e prendermi dell’acqua? – chiese alla domestica.
– Se avete sete, scendete da cavallo e andate voi stessa a prendervi l’acqua! – rispose stizzita la domestica.
Sorpresa dalla risposta e dal tono, la Principessa, che aveva veramente sete, scese da cavallo e si recò al ruscello per bere.
“Se lo sapesse tua madre, il suo cuore si spezzerebbe dal dolore!”, mormorarono le gocce di sangue custodite nel fazzoletto. Caterina, che era di buon cuore ignorò la voce, risalì a cavallo e ripartì con la domestica.
Il viaggio era molto lungo e la giornata era veramente calda. Dopo un po’ a Caterina venne nuovamente sete e poco lontano si intravedeva un fiume.
– Avrei sete, potresti andare al fiume qui vicino e prendermi dell’acqua? – chiese alla domestica.
– Se avete sete, andate voi stessa a prendervi l’acqua, io da serva non vi faccio più! – rispose ancora più stizzita la domestica.
Caterina, con le lacrime agli occhi per il trattamento ricevuto, si incamminò al fiume e bevve.
“Se lo sapesse tua madre, il suo cuore si spezzerebbe dal dolore!”, mormorarono nuovamente le gocce di sangue custodite nel fazzoletto.
La Principessa allora prese tra le mani il fazzoletto per trovare conforto, ma una folata di vento glielo fece cadere tra le correnti del fiume, e il fazzoletto sparì.
La domestica, che era poco distante, vide la scena e se ne rallegrò “ora la Principessa è in mio pieno potere, non c’è più nulla che la protegga!” pensò malignamente.
Quando Caterina tornò indietro trovò la domestica in groppa al suo Falada.
– Ora il tuo cavallo lo prendo io, e dammi i tuoi vestiti, che all’altare col principe ci andrò io. Se dirai a qualcuno dello scambio e non farai come ti dico, ti ucciderò! – e le mostrò un pugnale che teneva nascosto sotto la giubba.
Caterina, temendo per la sua vita, accettò, ma Falada osservò tutto in silenzio. Le due si scambiarono i vestiti e proseguirono il viaggio.
Arrivarono quindi al castello dove il principe accolse la domestica come se fosse la sua promessa sposa. Mentre Caterina, per decisione del vecchio Re, fu messa a fare la guardiana delle oche insieme ad un ragazzetto di nome Corradino.
Caterina lo venne a sapere e promise al macellaio alcune monete d’oro se avesse salvato il suo Falada. Lo avrebbe dovuto poi nascondere in una cascina lungo la strada che lei percorreva al mattino e alla sera per far passeggiare le sue oche. Il Macellaio, non vedendoci nulla di male, fece come lei chiedeva.
Il mattino seguente Caterina e le sue oche passarono davanti alla cascina, lei si avvicinò a Falada e lo salutò, ricambiata dal cavallo che sottovoce le disse:
– Se sapesse tua madre la Regina cosa ti è accaduto, il suo cuore si spezzerebbe dal dolore!
Ma Caterina continuò silenziosamente il suo lavoro di guardiana, insieme a Corradino.
Arrivata al prato vicino allo stagno, Caterina sciolse dal nastro i suoi capelli d’oro. Corradino ogni giorno la guardava incantato, i capelli di Caterina gli piacevano molto e avrebbe tanto voluto aiutarla a pettinarli e a rifare il nodo col nastro. Stava per avvicinarsi quando Caterina, che si era accorta delle attenzioni del giovane, pronunciò delle parole magiche:
Soffia forte venticello
porta lontano il suo cappello
così che a lungo lui debba cercare
e io da sola possa restare.
E all’improvviso ci fu una folata di vento che strappò dalla testa di Corradino il suo cappello, e lui si mise a rincorrerlo per i campi.
Quando Corradino tornò, Caterina si era già pettinata e aveva rifatto il nodo ai capelli. Il ragazzo ci rimase molto male.
Il giorno seguente, passarono ancora per la cascina, Caterina salutò Falada, che sottovoce diceva: “Se sapesse tua madre la Regina cosa ti è accaduto, il suo cuore si spezzerebbe dal dolore!”. Intanto, Corradino la seguiva in silenzio aspettando il momento in cui sul prato lei si sarebbe sciolta i capelli.
Ma Caterina pronunciò ancora le magiche parole:
Soffia forte venticello
porta lontano il suo cappello
così che a lungo lui debba cercare
e io da sola possa restare.
Ci fu una folata di vento che strappò dalla testa di Corradino il suo cappello, e lui si mise a rincorrerlo per i campi.
Quando Corradino tornò, Caterina si era già pettinata e aveva rifatto il nodo ai capelli. Il ragazzo ci rimase molto male.
E fu così anche il giorno successivo. Corradino, infuriato per via del comportamento di Caterina, andò dal vecchio Re e gli disse che non voleva più custodire le oche insieme a quella ragazza.
Meravigliato, il Re chiese come mai, e Corradino gli raccontò tutto:
– Ogni volta che passiamo per la vecchia cascina lei saluta un cavallo, che le risponde sempre “Se sapesse tua madre la Regina cosa ti è accaduto, il suo cuore si spezzerebbe dal dolore!”, poi arrivati al prato vicino allo stagno si scioglie i capelli d’oro e arriva sempre una folata di vento che mi fa volare via il cappello, così io devo passare la mattinata a rincorrerlo! Non ne posso più!
Il Re, molto incuriosito, chiese al ragazzo di accompagnare Caterina ancora una volta, poi avrebbe provveduto a sistemare le cose.
Insospettito, il Re li seguì a debita distanza fino al prato, dove Caterina si sciolse i capelli. La vide sussurrare delle parole e subito si alzò un forte vento che fece volare via il cappello di Corradino, costringendolo a rincorrerlo.
Infine vide la ragazza pettinarsi i capelli e riannodare il nastro.
Soddisfatto il Re tornò senza essere visto al castello.
Quella sera Caterina fu convocata dal Re. Quando lei si trovò al suo cospetto, il Re le chiese:
– Ragazza mia, come mai parli ad un cavallo che ti risponde “Se sapesse tua madre la Regina cosa ti è accaduto, il suo cuore si spezzerebbe dal dolore!”, e poi pronunci magiche parole che fanno alzare il vento?
Colta di sorpresa Caterina rispose:
– Non posso dirlo a persona alcuna, ho giurato e se non mantengo la promessa perderò la vita…
Il Re la guardò pensieroso, quando gli balenò per la testa un’idea:
– Non puoi dirlo a me nè a nessun’altra persona, ma penso che un forno per il pane potrà ascoltarti volentieri – e condusse la ragazza in cucina dove la invitò a infilare la testa nel forno spento e confidargli tutta la sua storia.
Caterina non sapeva che il forno aveva anche una seconda apertura, dalla quale il Re stava ascoltando ogni parola. Quindi raccontò tutto, dalla partenza del viaggio a come la sua domestica l’aveva trattata e dell’inganno di cui era stata vittima.
Udite quelle parole il Re convocò subito una dama di corte e ordinò di far vestire Caterina come si conviene ad una principessa. Poi chiamò suo figlio e gli rivelò che era stato ingannato anche lui, la sua promessa sposa era solo una domestica, la vera Principessa era Caterina.
Il giovane Principe, affascinato dalla bellezza di Caterina, fu molto felice di non dover sposare quella falsa principessa di una domestica, che oltretutto era antipatica e sempre piena di incredibili richieste.
La domestica fu quindi smascherata e cacciata dal castello, mentre per Caterina e il suo Principe, si preparò la festa per il banchetto nuziale.
E vissero tutti felici e contenti.
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Chi siamo
Ciao sono Silvia, sono una Musicista e Musicoterapeuta, realizzo laboratori di musicalità per i più piccini da 0 a 6 anni, utilizzando il gioco come mezzo per migliorare e rendere più sereno il rapporto tra genitori e figli. Mentre nel tempo libero mi diverto a leggere e raccontar fiabe ai bambini. 😊
Ciao sono William, sono Designer e facilitatore certificato LEGO® Serious Play®, faccio progetti, e tante volte anche molti castelli in aria... Nel tempo libero mi diverto a scrivere le fiabe che trovate qui su fabulinis così poi Silvia ha qualcosa da leggere 😉
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Ho appena letto “La guardiana delle oche” alla mia ragazza per farla addormentare. Invece che cadere nel sonno come succede con le altre favole, questa volta è rimasta sveglia con molti dubbi e perplessità sulla storia.
A cosa servivano le gocce di sangue ?
Perchè il cavallo continuava a ripetere la stessa cosa ?
Perchè faceva volare via il cappello di Corradino con la magia ?
Perchè proprio nel forno doveva mettere la testa ?
Perchè la madre non è andata con lei al matrimonio ?
Perchè Caterina avrebbe dovuto dire le cose al forno ? A quale scopo ?
Perchè Caterina non ha detto di essere la vera principessa cosi che potessero arrestare la domestica ?
Perchè il cavallo non si è difeso quando la domestica ha ordinato di portarlo al macello ?
Grazie.
P.s. Si, abbiamo 27 e 21 anni ed ancora devo leggerle le storie per fare la nanna
Ciao Gianmatteo, grazie per averci scritto!
Prima di rispondere a tutte le domande bisogna fare una premessa: ciò che noi oggi consideriamo fiabe per bambini sono in realtà racconti che si tramandano da generazioni (a volte millenni) e non sono nati come racconti destinati ai bambini, anzi…
La stragrande maggioranza delle fiabe classiche affondano le loro radici nelle credenze e culti “pagani” popolari, in molti casi richiamano riti di passaggio dalla fanciullezza all’età adulta (tipico esempio è Cappuccetto Rosso: perché mai una madre dovrebbe lasciare la propria figlia attraversare il bosco dove sa che c’è il lupo cattivo?!)
Le fiabe sono strapiene di simbologie arcane e spesso oscure, di riti e di usanze molto locali (di Cenerentola esistono centinaia di versioni, tutte adattate alla località in cui veniva raccontata) e non sempre si può dare una risposta semplice alle stranezze ed ambiguità che raccontano.
Ti consigliamo di leggere il libro “Il mondo incantato” di Bruno Bettelheim, Bettelheim è uno dei massimi conoscitori delle fiabe e troverai sicuramente risposte più pertinenti ed esaustive rispetto a quelle che possiamo darti noi.
Detto questo cercheremo di dare risposta alle tue domande:
– il sangue ricorre molto spesso nelle fiabe, è un simbolo di legame indissolubile
– il cavallo ripete la stessa frase come fosse una formula magica (che spesso si ripetono a gruppi di 3)
– far volare via il cappello è un espediente “magico” per liberarsi di Corradino, poteva essere qualunque altra cosa
– non tutti i forni sono come li immaginiamo al giorno d’oggi, è probabile che dove si è consolidata la versione arrivata a noi di questa fiaba, i forni avessero due aperture opposte e servissero spesso per confidare i segreti tra le persone (questo espediente viene usato anche nella serie televisiva “Handmaid Tales” dove due ragazze si confidano i segreti attraverso le doppie porte di un frigorifero del supermercato)
– perché la madre non vada al matrimonio non ci è dato saperlo, ma in genere nelle fiabe la madre non è quasi mai presa in considerazione, se non quando è cattiva e matrigna (come nella maggioranza delle fiabe se ci fate caso)
– Caterina non confida di essere la vera principessa semplicemente perché ha paura di essere uccisa dalla domestica (una principessa come viene intesa nelle fiabe è poco più di una ragazzina indifesa, quindi è difficile possa difendersi da un qualsiasi attacco alla sua persona)
– Falada probabilmente non si difende dal macello perché il suo ruolo nella fiaba non è quello di difendere sè stesso, ma quello di difendere e aiutare Caterina a crescere e farcela con le proprie forze (il ruolo dell’aiutante è fondamentale nelle fiabe e nella maggior parte di tutti i racconti moderni, film compresi)
Speriamo di aver risposto a tutte le vostre curiosità, un abbraccio e non smettete mai di raccontarvi le fiabe, che sono una delle cose più belle che si possa fare e regalare una persona 😊🤗
Grazie mille per la spiegazione, la mia ragazza ha apprezzato molto. Gentilissimo e disponibile. Comprerò sicuramente il libro. Grazie ancora, buona serata ♥