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Categoria: storie della buonanotte brevi

La bella addormentata nel bosco 👸 favola della buonanotte breve 🤏

Un Sortilegio lungo 100 anni

In un regno nascosto da fitte foreste e leggende dimenticate, un destino segnato da una maledizione attende di essere svelato.

Un’antica profezia parla di una principessa condannata a un sonno eterno da un potere oscuro guidato dall’invidia.

Ma un principe avrebbe infranto l’incantesimo, riportando alla vita un intero mondo dimenticato dai secoli.


Alla fine del racconto troverai anche il 🎨 Disegno da colorare di “La bella addormentata nel bosco 👸 favola della buonanotte breve 🤏“!

Qui sotto trovi la fiaba da leggere, ma se vuoi puoi ascoltare l’audiofiaba 🧸 raccontata da Silvia!

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La bella addormentata nel bosco 👸 favola della buonanotte breve 🤏



C’erano una volta un re e una regina che ebbero una bambina, la chiamarono Aurora.
Alla festa per il suo battesimo invitarono le fate del bosco, e Aurora ricevette in dono da loro tante doti meravigliose.

Purtroppo, però, dimenticarono di invitare la fata più anziana del regno, allora lei, arrabbiatissima e offesa, si presentò alla festa e lanciò una maledizione su Aurora:
– Tutti i doni ricevuti non ti serviranno: prima del tuo diciottesimo compleanno, ti pungerai con l’ago di un fuso e morirai.

E la fata svanì, lasciando il palazzo nello scompiglio.

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L’uccellino sopra il pino 🐦🌲

Il Segreto del Pin: un tesoro nascosto nelle pigne

Tra i rami di un maestoso pino, si nasconde un segreto che solo i più saggi sanno riconoscere.

Un tesoro prezioso, celato dietro una corazza di legno, attende di essere scoperto da chi ha la pazienza di guardare oltre l’apparenza.

Il destino ha in serbo una profonda lezione per l’uccellino, mentre un bambino curioso scoprirà che i veri tesori si rivelano solo a chi sa aspettare, osservare e comprendere la vera natura delle cose.


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L’uccellino sopra il pino 🐦🌲


C’era una volta un uccellino che, dopo aver volato tutto il giorno, decise di prendersi una piccola pausa. Andò così a riposarsi sopra il ramo di un pino.
L’uccellino, che era ancora giovane ed inesperto, vide sui rami delle belle pigne e pensò che fossero i frutti dell’albero.

– Adesso mi faccio una scorpacciata di questi frutti! – disse. Prese una pigna nel becco e cominciò a masticarla, ma con sua grande sorpresa non ne riusciva a mangiare nemmeno un pezzettino.
– Com’è possibile che questo frutto abbia un gusto così simile al legno?! – si chiese perplesso l’uccellino, e ci riprovò.

Ma niente, il gusto di quelle pigne era veramente amaro e legnoso, per non parlare poi di quanto fossero dure.
– Hai dei frutti molto belli albero mio, ma sono disgustosi e duri come la pietra!
Il pino che fino a quel momento era stato calmo e buono, sentendo quelle parole si arrabbiò molto. Iniziò a scuotersi così forte che l’uccellino per la paura si alzò in volo.

– Le mie pigne non sono fatte per essere mangiate – disse allora il pino – ma al loro interno contengono un gran tesoro.
– Sarà – ribatté l’uccellino che stava volando in cerchio sopra l’albero – ma a me non piacciono, tientele pure! – e volò via.
Il pino un po’ risentito, ma sollevato dal fatto che il piccolo e insolente uccellino fosse andato via, si rimise a godersi sereno la giornata.

Poco dopo sotto i rami del pino passò un bambino, che notò subito un sacco di pigne cadute per terra.
Quando il pino aveva fatto scappare l’uccellino, aveva fatto cadere anche molte delle sue pigne.
Il bambino si chinò a raccoglierle, e da alcune uscirono i pinoli, i semi contenuti nelle pigne.

– Quanti pinoli! – esclamò il bambino – la mamma ci potrà fare una torta buonissima! – e ne raccolse più che poteva.
Il pino guardò felice la scena e pensò che il bambino aveva compreso bene il valore delle sue pigne.

E fu così che l’uccellino se ne andò via a stomaco vuoto ed il bambino si riempì la pancia con la squisita torta ai pinoli fatta dalla sua mamma.

⚜️ Fine della fiaba ⚜️

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Rapunzel 👸💈🤴 favola della buonanotte breve 🤏

Rapunzel: La fanciulla dai lunghi capelli d’oro prigioniera nella torre misteriosa

In un’epoca lontana, nasce una storia che inizia con un semplice desiderio e si trasforma in una delle fiabe più enigmatiche mai raccontate.

Tra le alte mura di un giardino incantato custodito da una strega, cresceva una giovane fanciulla dai capelli d’oro così lunghi da sfidare l’immaginazione. Il suo canto melanconico echeggiava attraverso le terre circostanti, attirando l’attenzione di chi si avvicinava alla sua prigione di pietra.

Solo il vento porta il suono di una speranza lontana, che prenderà forma quando un giovane principe scoprirà il segreto della torre. Ma il loro amore sarà abbastanza forte per sconfiggere l’oscurità?


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Rapunzel 👸💈🤴 favola della buonanotte breve 🤏



C’era una volta una coppia di giovani sposi, che aspettavano un figlio ma avevano avuto la sfortuna di prender casa vicino alle alte mura della dimora di Dama Gothel, una strega che tutti credevano morta.

Il marito cercava di soddisfare tutte le “voglie” della moglie, e un giorno la donna vide nel giardino della strega dei bellissimi raperonzoli, i fiori a forma di campanula dal colore violetto, e se ne innamorò.

Così pregò il marito di andare a prenderle un mazzetto.

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La principessa sul pisello 👸 favola della buonanotte breve 🤏

La principessa che non riusciva a dormire…

Un principe dall’animo ribelle sfida le convenzioni matrimoniali con continue astuzie che sembrano insormontabili. Ma il destino aveva in serbo per lui una sorpresa che nessuno avrebbe potuto prevedere.

Una misteriosa fanciulla coperta di fango ma avvolta in un’aura di enigmatico fascino,, arriverà al castello in una notte buia e tempestosa, e cambierà ogni cosa.

Un semplice stratagemma rivelerà non solo la vera natura di una principessa, ma anche il cuore di un principe restio all’amore.


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La principessa sul pisello 👸 favola della buonanotte breve 🤏



C’era una volta il principe Ilario, spirito libero e selvaggio, a cui piaceva sempre andare in giro per il mondo, far festa e divertirsi.

Sua madre la regina però gli ordinò di sposare una bella principessa.
Ilario accettò ma, per allontanare il più possibile il giorno delle nozze, pose una condizione: doveva essere la principessa più principesca tra le principesse.

La regina dovette accettare la richiesta, e indisse il bando reale in cui annunciava la ricerca della futura sposa.

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La guardiana delle oche 🦆 favola della buonanotte breve 🤏

La Guardiana delle Oche: una storia di coraggio, magia e giustizia

In un regno lontano, dove la magia si intreccia con il destino, la principessa Caterina viene tradita ma, con l’aiuto di un cavallo parlante di nome Falada, affronterà con dignità e coraggio un terribile inganno.

Una fiaba che ci insegna come la verità, per quanto nascosta, trova sempre il modo di venire alla luce, e come la bontà d’animo possa resistere anche nelle situazioni più difficili.

La storia della principessa Caterina è un racconto che unisce elementi magici alla saggezza di un Re osservatore, dove l’umiltà e la pazienza trionfano sull’arroganza e la disonestà.


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La guardiana delle oche 🦆 favola della buonanotte breve 🤏



C’era una volta una Regina che aveva una bella figlia, Caterina, che venne promessa in sposa ad un principe di un paese lontano.
La Regina, per accompagnarla nel lungo viaggio, la affidò ad una delle sue più fidate domestiche.

Ad entrambe diede un cavallo, ma quello di Caterina era speciale, si chiamava Falada e sapeva parlare.

La Principessa e la domestica si misero in viaggio.

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La Bella e la Bestia 👧🦁 favola della buonanotte breve 🤏

La Bella e la Bestia: Un Segreto tra Bellezza e Oscurità

In un castello oscuro e incantato, una ragazza scopre che dietro l’aspetto mostruoso della Bestia si cela un’anima gentile e un mistero profondo.

La fiaba della Bella e la Bestia è una storia di coraggio, amore e magia, che svela come la vera bellezza risieda nel cuore e non nelle apparenze.

Ma quale segreto si cela dietro l’incantesimo della Bestia?

Questa è la nostra versione breve e semplificata del racconto, adatta anche ai più piccoli! (O a quando siete molto stanchi…)


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Guarda la videofiaba raccontata da Silvia

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La Bella e la Bestia 👧🦁 favola della buonanotte breve 🤏



C’era una volta un mercante, caduto in disgrazia insieme alla figlia dolce e gentile che si chiamava Bella.
Un giorno il mercante decise di andare a tentar fortuna in una lontana città. Prima di partire chiese a Bella cosa volesse per regalo di ritorno dal suo viaggio.

Lei rispose che le bastava un fiore, magari una rosa.

Il padre commosso partì, ma non riuscì a combinare nessun affare. Riprese quindi il cammino verso casa ancora più povero di prima.

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Il pifferaio magico 🎼 favola della buonanotte breve 🤏

Il Pifferaio di Hamelin: una melodia che incanta anche i bambini

In un villaggio afflitto da una terribile invasione di topi, uno straniero misterioso con un piffero magico si offre di liberare Hamelin.

La sua musica incanta i topi e risolve il problema, ma il borgomastro ingrato lo caccia via, sottovalutano il potere del pifferaio.

Una fiaba misteriosa, che mette in guardia dal non mantenere le promesse fatte.

Questa è la nostra versione breve e semplificata del racconto, adatta anche ai più piccoli! (O a quando siete molto stanchi…)


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Il pifferaio magico 🎼 favola della buonanotte breve 🤏



C’era una volta la cittadina di Hamelin che era stata infestata dai topi.

Gli abitanti erano disperati, avevano ormai provato di tutto ma senza mai riuscire a cacciarli via.

Il borgomastro della città decise allora di proclamare un bando ricompensando con 100 monete d’oro chiunque fosse stato in grado di liberare Hamelin dai topi.

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Il Gatto con gli stivali 🐈👢 favola della buonanotte breve 🤏

Con l’astuzia spesso si riesce a cambiare il destino

Un semplice gatto che si rivela molto più di quanto sembri.

Con un paio di stivali e un piano straordinario, trasforma l’ordinario in qualcosa di magico.

Ma quali segreti si celano dietro lo sguardo penetrante del Gatto con gli Stivali? Scoprite una fiaba che mescola mistero, ingegno e il potere delle apparenze.

Questa è la nostra versione breve e semplificata del racconto, adatta anche ai più piccoli! (O a quando siete molto stanchi…)


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Il Gatto con gli stivali 🐈👢 favola della buonanotte breve 🤏



C’era una volta Marcello, il cui migliore amico era un gatto, ma non un gatto qualunque: quello era un “Gatto con gli Stivali”.
Il gatto si era sempre dimostrato molto furbo e felice di aiutare Marcello quando era in difficoltà.

Un giorno parteciparono alla festa del paese, dove Marcello conobbe Sandra, la figlia del ricco Signorotto del posto.

I due si trovarono subito simpatici, ma il padre di Sandra non voleva che la figlia avesse amici tra gli abitanti del paese, da lui ritenuti dei sempliciotti.

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Cenerentola 👠 favola della buonanotte breve 🤏

Cenerentola: il Sogno che diventa realtà

Cenerentola è la storia di una ragazza che, nonostante le difficoltà e le ingiustizie, riesce a trovare il suo lieto fine grazie alla forza della gentilezza e un pizzico di magia.

Tra scarpette di cristallo, zucche incantate e un principe affascinante, questa fiaba classica continua a incantare generazioni, ricordandoci che la speranza e il coraggio possono trasformare anche i momenti più bui in opportunità straordinarie.

Questa è la nostra versione breve e semplificata del racconto, adatta anche ai più piccoli! (O a quando siete molto stanchi…)


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Cenerentola 👠 favola della buonanotte breve 🤏



C’era una volta una ragazza chiamata da tutti Cenerentola…
Cenerentola era cresciuta senza la mamma e Il caro papà per cercare di darle una figura materna sposò una vedova che aveva già due figlie con le quali era sempre dolce e benevola, invece era molto severa e ingiusta con Cenerentola.

Il padre purtroppo morì di malattia, e così Cenerentola si ritrovò sola.

La matrigna iniziò a trattarla sempre peggio, le faceva fare tutte le faccende domestiche e si faceva servire come se fosse una gran signora. Le sorellastre invece, invidiose della sua naturale bellezza, le facevano ogni tipo di scherzo.

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Cappuccetto Rosso 🐺 favola della buonanotte breve 🤏

Cappuccetto Rosso: quando ascoltare la mamma è una buona idea…

C’è una storia che tutti credono di conoscere. Una bambina, un lupo, un sentiero nel bosco. Ma dietro questa apparente semplicità si nasconde molto di più: un racconto che ha attraversato secoli, culture e continenti, trasformandosi ogni volta in qualcosa di nuovo.

La vera essenza di questa fiaba non sta nel mantello rosso, ma nei messaggi nascosti tra le righe, e sorprendentemente, hanno molto da insegnarci.

Questa è la nostra versione breve e semplificata del racconto, adatta anche ai più piccoli! (O a quando siete molto stanchi…)

P.S. Siccome ci piacciono tutti gli animali, nella versione di fabulinis il lupo cattivo non fa una brutta fine 😉


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Cappuccetto Rosso 🐺 favola della buonanotte breve 🤏



C’era una volta una bimba che tutti chiamavano Cappuccetto Rosso per via della mantellina fatta dalla nonna che indossava sempre.

La nonna però si ammalò, e un giorno la mamma di Cappuccetto Rosso disse alla bimba di portarle della focaccia e una tisana, raccomandandole di non passare per il bosco.

Ma la nonna abitava lontano e Cappuccetto Rosso sapeva che prendendo la scorciatoia del bosco sarebbe arrivata prima.

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Aladino e il Genio della lampada 🧞 favola della buonanotte breve 🤏

La storia di Aladino: dove magia e destino si intrecciano in Oriente

Preparatevi a essere trasportati in un mondo dove lampade misteriose nascondono segreti millenari, dove i geni hanno poteri inimmaginabili e dove un giovane di umili origini sta per scoprire che il suo destino è molto più grande di quanto abbia mai sognato.

Questa non è solo una fiaba: è un viaggio attraverso i vicoli profumati di spezie di una città d’Oriente, dove la magia antica respira ancora…


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Aladino e il Genio della lampada 🧞 favola della buonanotte breve 🤏



C’era una volta Aladino, un ragazzo che passava le giornate a bighellonare per strada.

Un giorno però uno sconosciuto, probabilmente straniero, gli chiese se non fosse il figlio di Mustafà il sarto.
Aladino gli disse che era suo figlio ma che suo padre era morto molto tempo prima.

Lo straniero gli disse che in realtà era suo zio Jaffar e che desiderava prenderlo sotto la sua protezione per farne un mercante di stoffe.

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Biancaneve e i sette nani 🍎 favola della buonanotte breve 🤏

Il magico mondo di Biancaneve: dove la purezza del cuore trionfa sull’invidia

In un regno avvolto tra nebbie e foreste secolari, dove gli specchi non mentono mai e le mele nascondono segreti mortali, si dipana una storia di invidia, coraggio e amore che ha incantato generazioni.

È qui che una giovane principessa dalla pelle candida come la neve sta per scoprire che la vera magia non risiede nelle pozioni, ma nella purezza del cuore.

Questa è la nostra versione breve e semplificata del racconto, adatta anche ai più piccoli!


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Biancaneve e i sette nani 🍎 favola della buonanotte breve 🤏



C’era una volta Biancaneve, una principessa che viveva con suo padre il Re e la matrigna Grimilde, tanto bella quanto cattiva.
Grimilde era riuscita a sposare il Re perché era in realtà una strega, e gli aveva fatto un sortilegio.

Grimilde pretendeva di essere servita e riverita in ogni cosa, e aveva fatto in modo che Biancaneve fosse considerata poco più di una serva qualunque.

Grimilde aveva uno specchio magico a cui domandava sempre:
– Specchio specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?
E lo specchio le rispondeva la verità.
– Mia signora, siete voi la più bella di tutte.
E Grimilde sorrideva maligna…

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Pollicino 👦⚪⚪⚪ favola della buonanotte breve 🤏

Pollicino è tanto piccolo quanto furbo, e riuscirà a salvarsi dall’orco cattivo insieme a tutti i suoi fratelli!

Pollicino è una famosa fiaba di Charles Perrault, questa è la nostra versione breve e semplificata del racconto, adatta anche ai più piccoli!


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Qui sotto trovi la fiaba da leggere, ma se vuoi puoi ascoltare l’audiofiaba 🧸 raccontata da William!

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Pollicino 👦⚪⚪⚪ favola della buonanotte breve 🤏


Pollicino era l’ultimo di sette fratelli. La sua famiglia era poverissima e, una sera, sentì che il padre voleva abbandonare i bambini nel bosco perchè non avevano abbastanza cibo per tutti.

Allora corse al ruscello e raccolse tanti sassolini, poi tornò a letto.

Il mattino seguente i genitori portarono i bambini nel bosco, ma Pollicino, senza farsi vedere, lasciava cadere i sassolini, segnando la strada di casa.

Dopo un po’, il boscaiolo disse ai bambini di fermarsi e di aspettare i genitori.
Ma, quando arrivò la sera, i genitori ancora non erano tornati e i bambini avevano molta paura.
Ma Pollicino, seguendo la scia dei sassolini, riportò tutti a casa.

Quella sera però sentì che il padre li avrebbe abbandonati di nuovo, e decise di raccogliere altri sassolini. Purtroppo la porta di casa era chiusa e al posto dei sassolini prese un pezzetto di pane per farne briciole da lasciare sul sentiero.

Il mattino seguente i genitori portarono i bambini ancora più lontano nel bosco, e li abbandonarono di nuovo.
Pollicino, però, non riuscì a riportarli a casa perché gli uccellini avevano mangiato tutte le briciole lasciate sul sentiero!

I bambini erano disperati, ma Pollicino, arrampicatosi su un albero vide una casa.
– Andiamo a chiedere ospitalità! – esclamò.

Lì incontrarono un’orchessa, che non voleva accoglierli perché suo marito l’orco era ghiotto di bambini.
Ma alla fine, impietosita, li sfamò e li nascose.

Quando l’orco arrivò, annusando l’aria e sentendo odore di bambini, aprì subito il ripostiglio e trovò i fratellini dicendo di volerli mangiare.

Ma l’orchessa disse:
– Li cucinerò domani! – servì la cena all’orco e accompagnò i bambini a dormire.
Nella camera c’erano due letti, uno era per le sette figlie degli orchi, ognuna con in testa una coroncina, nell’altro avrebbero dormito i sette fratelli.

Non appena l’orchessa se ne andò, Pollicino scambiò i berretti con le coroncine delle orchette.

Poco dopo la porta della stanza si aprì: era l’orco, venuto a prenderli!

L’orco tastò le testoline dei fratelli ma, sentendo le coroncine, li lasciò lì e gettò in un sacco le sue figlie. Poi uscì.

– Scappiamo! – disse Pollicino e i bimbi fuggirono.

Quando l’orco si accorse di aver sbagliato, infilò gli stivali delle sette leghe e partì all’inseguimento dei bambini.

Con quegli stivali poteva fare passi lunghissimi e stava raggiungendo Pollicino e i suoi fratelli. Però era anche molto stanco, si fermò per riposare un attimo ma si addormentò.

Pollicino indossò gli stivali e tornò dall’orchessa.
– l’orco è stato rapito dai banditi! – gridò – se non riceveranno oro, lo uccideranno!
L’orchessa consegnò tutto quello che aveva a Pollicino, che tornò dai fratelli e li riportò a casa.

Quando la madre li vide, li abbracciò tutti.
I bambini mostrarono l’oro e Pollicino divenne messaggero del re, grazie agli stivali delle sette leghe.

Da quel momento la loro famiglia visse per sempre felice e contenta.

⚜️ Fine della fiaba ⚜️

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Jack e il fagiolo magico 🌱 favola della buonanotte breve 🤏

Jack ha trovato un fagiolo magico, ma ancora non sa quali avventure gli toccherà affrontare!

Jack e il fagiolo magico è un racconto popolare di origine inglese, questa è la nostra versione breve e semplificata del racconto, adatta anche ai più piccoli!


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Jack e il fagiolo magico 🌱 favola della buonanotte breve 🤏


C’erano una volta una vedova e suo figlio Jack. Erano poveri, perciò la donna decise di vendere la loro mucca.
Mandò Jack al mercato, ma lui scambiò la mucca con dei fagioli: gli avevano detto che erano magici, e se li avesse piantati quella sera, il giorno dopo la pianta sarebbe cresciuta fino al cielo.

La madre, arrabbiata, gettò i fagioli in giardino, all’alba, però, uno era cresciuto fin sopra le nuvole!

Subito Jack scalò la pianta. Giunto in cima, trovò un castello.

Bussò e una spaventosa Gigantessa gli aprì.

Jack cercò di scappare, ma lei lo acciuffò e lo trascinò nel castello, felice di aver trovato un servo.

– Però, quando mio marito il Gigante rincasa, ti nasconderò, o ti mangerà… –

– Farò tutto quello che volete – disse Jack spaventato – ma non fatemi mangiare…

La gigantessa annuì – ora devo nasconderti, sta arrivando – e lo rinchiuse in un grande armadio.

Poco dopo un vocione tuonò:
– Sento profumo di giovanotto! Lo voglio a colazione!

– Ma no – rispose la gigantessa – È la bistecca di elefante… siediti e mangia – e gli mise davanti un piatto enorme che gli fece dimenticare il giovanotto.

Jack osservava tutto dalla serratura dell’armadio.

Dopo colazione, il Gigante si fece portare la sua gallina, che depose un uovo d’oro. Poi si addormentò.

Allora Jack, incredulo, sgattaiolò fuori dall’armadio, prese la gallina e fuggì, portandola a casa.

Dopo qualche giorno, Jack si travestì, risalì il tronco del fagiolo e bussò alla porta del castello. La Gigantessa non lo riconobbe e lo trascinò dentro come la prima volta. Quando arrivò il marito, lo nascose nell’armadio.

Il Gigante tuonò:
– Sento profumo di giovanotto, lo voglio per pranzo!

– Ma no – rispose la gigantessa – È l’arrosto… siediti e mangia – e gli mise davanti un piatto enorme, che gli fece dimenticare il giovanotto.

Poi il Gigante si fece portare i suoi sacchi di denaro, contò le monete e si addormentò.

Jack allora sgusciò fuori dall’armadio, prese i sacchi di denaro e tornò a casa.

Qualche giorno dopo, Jack si arrampicò di nuovo, entrò nel castello di nascosto e si infilò nell’armadio.

Poco dopo il Gigante ruggì:
– Sento profumo di giovanotto, lo voglio a cena!

– Ma no – rispose la gigantessa – È il porcellino grigliato… siediti e mangia – e gli mise davanti un piatto enorme, che gli fece dimenticare il giovanotto.

Poi il Gigante si fece portare l’arpa magica fatta d’oro e diamanti e, mentre l’arpa suonava, si addormentò.

Jack sgattaiolò fuori dall’armadio, afferrò l’arpa e scappò.
Ma l’arpa gridò:
– Aiuto! Aiuto!

Il Gigante si svegliò e, infuriato, inseguì Jack. Stava per prenderlo, ma Jack riuscì a scendere dal fagiolo magico, prese l’ascia e tagliò il tronco. La pianta, come per magia, svanì e con lei sparirono il Gigante, la Gigantessa e il castello.

Jack e sua madre non credevano ai loro occhi.
Si erano liberati del Gigante e, grazie ai tesori, potevano vivere felici e contenti.

⚜️ Fine della fiaba ⚜️

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Il principe ranocchio 🐸 favola della buonanotte breve 🤏

Il principe ranocchio ha aiutato la principessina, ma lei non lo ringrazia nemmeno…

Riuscirà il principe ranocchio ad avere un bacio dalla principessina? Questa è la nostra versione breve e semplificata del racconto, adatta anche ai più piccoli!


Alla fine del racconto troverai anche il 🎨 Disegno da colorare di “Il principe ranocchio 🐸 favola della buonanotte breve 🤏“!

Qui sotto trovi la fiaba da leggere, ma se vuoi puoi ascoltare l’audiofiaba 🧸 raccontata da William!

⚜️

Il principe ranocchio 🐸 favola della buonanotte breve 🤏


C’era una volta una principessina che amava giocare con la sua palla vicino alla pozza d’acqua in giardino, e si divertiva a lanciarla e riprenderla.

Un giorno però la palla cadde nell’acqua e la principessina cominciò a piangere disperata perché non riusciva a recuperarla.

– Se vuoi posso recuperare la palla. Tu in cambio cosa mi dai?
– Hai parlato tu? – chiese la principessina guardando un grosso ranocchio spuntato dallo stagno. Il ranocchio annuì.

– Ti do tutto quello che vuoi!
– Voglio essere tuo amico, mangiare, dormire e stare con te.
– Va bene! – esclamò la principessina, che però pensava “ma cosa dice? Starà scherzando!”

Il ranocchio recuperò la palla dandola alla principessina, che però corse via, senza aspettarlo.

Il giorno dopo si sentì battere forte al portone del castello del re e una voce disse:
– Principessina, sono il ranocchio, devi mantenere la promessa!

Il re chiese di cosa si trattasse e la principessina raccontò tutta la storia. Alla fine il re disse:
– Le promesse vanno mantenute, fate entrare il ranocchio!

Così il ranocchio sedette a tavola vicino alla principessina, e mangiò con appetito dal piatto della bambina.
Poi disse di voler dormire nella stanzetta della principessina.

Lei pregò il re di non acconsentire, ma il re la riprese:
– Non si deve disprezzare chi ti ha aiutato nel momento del bisogno!

Arrivati nella stanza il ranocchio disse:
– Dormirò con te. Se non lo farai, lo dirò a tuo padre.

La principessina, arrabbiatissima, lo scagliò con forza contro la parete.

Il ranocchio cadde privo di sensi e lei, in preda ai sensi di colpa, lo prese in braccio e lo strinse forte a sé.
– Oh no ranocchio, scusami… se potessi fare qualcosa per salvarti…

Con un filo di voce, il ranocchio sussurrò:
– … un bacio… solo un bacio… –

Anche se controvoglia, la principessina chiuse gli occhi e gli diede un bacio. Ma quando li riaprì, trovò davanti a sè un bel ragazzo.

– E tu chi sei?! – esclamò stupita.
– Sono il ranocchio, ma il mio vero nome è principe Enrico! Ero vittima di un incantesimo di una strega che solo il bacio di una principessa avrebbe potuto spezzare… grazie!

I due ragazzi divennero amici, poi si innamorarono e infine si sposarono, proprio di fronte alla pozza d’acqua dove si erano conosciuti.

E vissero tutti felici e contenti.

⚜️ Fine della fiaba ⚜️

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I tre porcellini 🐷🐷🐷 favola della buonanotte breve 🤏

Per salvarsi dal lupo cattivo non bisogna essere pigri, ma bisogna impegnarsi e rimboccarsi le maniche!

I 3 porcellini è una fiaba classica che insegna a stare attenti al lupo cattivo e a fare le cose per bene e senza fretta, questa è la nostra versione breve e semplificata del racconto, adatta anche ai più piccoli!


Alla fine del racconto troverai anche il 🎨 Disegno da colorare di “I tre porcellini 🐷🐷🐷 favola della buonanotte breve 🤏“!

Qui sotto trovi la fiaba da leggere, ma se vuoi puoi ascoltare l’audiofiaba 🧸 raccontata da Silvia!

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I tre porcellini 🐷🐷🐷 favola della buonanotte breve 🤏


C’erano una volta tre porcellini, Timmy, Tommy e Gimmy che abitavano con la mamma.
Un giorno la mamma disse – ormai siete grandi, è ora che ciascuno costruisca la propria casetta!
I porcellini, a malincuore, prepararono i bagagli e partirono.

Timmy prese il suo flauto.
Tommy raccolse il suo violino.
Gimmy invece prese la sua cassetta degli attrezzi.
Salutarono la mamma e si incamminarono allegri.
– Fate attenzione al lupo cattivo! – si raccomandò la mamma mentre li salutava.

E infatti, nascosto sulla collina, qualcuno stava osservando la scena… era il Lupo Cattivo!

Dopo aver camminato un po’, Gimmy disse:
– Io mi fermerò qui per costruire la mia casetta di mattoni.

Poco dopo anche Tommy decise di fermarsi:
– io costruirò la mia casetta qui, con questo legno!
E iniziò a inchiodare le assi di legno alla bell’è meglio, finito il lavoro prese il violino e cominciò a suonare.

Timmy proseguì, finché non trovò dei gran covoni di paglia con cui in fretta e furia costruì la sua casetta e uscì subito a suonare il flauto.

Gimmy invece lavorò a lungo, ma alla fine costruì una robusta casetta di mattoni. Ci fece persino un camino, per non avere freddo d’inverno.
Solo allora si prese il meritato riposo.

Il giorno seguente, il Lupo Cattivo si presentò alla casetta di paglia di Timmy e disse:
– Mi fai entrare, porcellino?
Ma Timmy, ricordando le parole della mamma, rispose:
– Fossi matto! Tu sei il Lupo Cattivo! – e chiuse la finestra.

Ma il Lupo, preso un gran respiro, soffiò così forte che la casetta di paglia volò via e Timmy scappò veloce da Tommy che lo accolse nella sua casetta di legno.

Ma poco dopo il Lupo bussò anche lì:
– Mi fai entrare, porcellino?

I due gridarono:
– Fossimo matti! Tu sei il Lupo Cattivo!
Ma il Lupo, preso un gran respiro, soffiò così forte che la casetta di legno volò via e Timmy e Tommy fuggirono veloci da Gimmy che li accolse
nella sua solida casa di mattoni.

Poco dopo arrivò il Lupo Cattivo.
– Mi fai entrare, porcellino?
– No! – risposero i tre in coro.
Ma il Lupo, preso un gran respiro, soffiò così forte che… non successe nulla.
La casetta di mattoni era ancora lì.

Il lupo provò e riprovò, ma niente.
Il Lupo allora provò a entrare dal camino, ma Gimmy aveva messo un pentolone d’acqua a bollire sul fuoco e il Lupo scendendo giù ci cadde dentro!

Il Lupo scappò via urlando dal dolore e nessuno lo vide mai più. Anche Timmy e Tommy costruirono una casa di mattoni e tutti e tre suonavano e ballavano insieme:

“Siam tre piccoli porcellini
siamo tre fratellini.
Mai nessuno ci dividerà
tra-lalla-la-là”

⚜️ Fine della fiaba ⚜️

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I musicanti di Brema 🐎🐕🐈🐓 favola della buonanotte breve 🤏

I musicanti di Brema voglio entrare a far parte della banda cittadina, ma sul loro cammino incontreranno una banda di briganti!

Un asino, un cane, un gatto ed un gallo vogliono andare fino a Brema a far parte della banda cittadina, questa è la nostra versione breve e semplificata del racconto, adatta anche ai più piccoli!


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Qui sotto trovi la fiaba da leggere, ma se vuoi puoi ascoltare l’audiofiaba 🧸 raccontata da William!

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I musicanti di Brema 🐎🐕🐈🐓 favola della buonanotte breve 🤏


C’era una volta un asino troppo vecchio per lavorare.

Siccome il padrone voleva liberarsi di lui, decise di scappare e andare a Brema in cerca di fortuna: avrebbe suonato nella banda cittadina.

Lungo la strada incontrò un cane.

Il cane era troppo vecchio per andare a caccia, e il padrone voleva liberarsene.

– Vieni con me a Brema, entreremo nella banda! – disse l’asino.
E il cane lo seguì.

Lungo la strada i due incontrarono un gatto

Il gatto era molto vecchio, e quel giorno aveva pure graffiato il sofà di casa. La sua padrona voleva liberarsene.
– Vieni con noi a Brema, entreremo nella banda! – disse l’asino.
E il gatto li seguì.

Poco dopo incontrarono un gallo.
Siccome era vecchio, la padrona voleva cucinarlo.

– Vieni con noi a Brema, entreremo nella banda! – disse l’asino.
E il gallo li seguì.

Ma Brema era lontana, si avvicinava la sera e i nostri amici erano stanchi e affamati.

L’asino notò una casetta nel bosco e decisero di andare a vedere.

Sbirciando da una finestra videro una banda di briganti, seduti ad una tavola riccamente imbandita.
I quattro volevano mangiare e prepararono un piano per cacciare via i briganti.

Sulla groppa dell’asino salì il cane, sulla groppa del cane salì il gatto e sulla groppa del gatto salì il gallo.

Iniziarono a fare un gran baccano: l’asino ragliava, il cane abbaiava, il gatto miagolava e il gallo cantava a squarciagola.

Poi, con un balzo, entrarono in casa.

I briganti, terrorizzati, scapparono nel bosco.

I nostri amici mangiarono a sazietà e poi andarono a dormire, sistemandosi in giro per la casa.

I briganti, però, volevano riprendersi il bottino e mandarono uno di loro a controllare la situazione.

Ma una volta dentro il brigante venne graffiato dal gatto, morso dal cane e prese un calcio dall’asino mentre il gallo gridava “chicchirichi!!

Allora fuggì e raccontò ai compari di aver incontrato una strega, un assassino, un mostro e un giudice! I briganti decisero quindi di andarsene per sempre.

Alla fine i quattro amici non andarono più a Brema ma decisero di vivere in quella casa per il resto dei loro giorni, felici e contenti.

⚜️ Fine della fiaba ⚜️

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Hänsel e Gretel 👦👧🏡 favola della buonanotte breve 🤏

Hansel e Gretel: Un’avventura tra coraggio e astuzia

Nel profondo di una foresta misteriosa, due giovani fratelli si trovano intrappolati in una sfida che metterà alla prova il loro coraggio.

L’incontro con la strega che abita in una casa di dolciumi segnerà il culmine della loro avventura.

I due fratelli riescono con intelligenza e coraggio a sconfiggere la strega, e troveranno infine la via del ritorno, carichi di tesori che cambieranno per sempre la vita della loro famiglia.

Questa è la nostra versione breve e semplificata del racconto, adatta anche ai più piccoli! (O a quando siete molto stanchi…)


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Hänsel e Gretel 👦👧🏡 favola della buonanotte breve 🤏


C’era una volta, in una foresta, una casetta dove vivevano due fratellini, Hänsel e Gretel.
Il papà era un povero taglialegna e i bimbi un giorno lo accompagnarono nel bosco per aiutarlo col suo lavoro.

Mentre ammucchiavano dei rami, Hänsel gridò:
– Guardate, una lepre! Rincorriamola!
I bambini la inseguirono ma si allontanarono troppo e si persero nel bosco.

I due si ritrovarono su un sentiero pensando fosse quello di casa e accelerarono il passo perché ormai si era fatta sera.
Ma non era la strada giusta e giunsero ad uno slargo con al centro una buffa casetta azzurra, dal tetto rosa e la porta e le finestre cicciotte come salsicce.
Hänsel e Gretel si avvicinarono e videro che la casa era fatta di goloso marzapane!

Affamati, iniziarono a mangiare pezzetti di casa, ma ad un certo punto la porta di cioccolato si aprì e una vecchietta evidentemente miope chiese con voce forte e minacciosa chi fossero.
– Siamo due bambini – risposero – ci siamo persi nella foresta e spinti dalla fame abbiamo dato qualche morso alla sua casa… ci perdoni… –

La vecchietta cambiò espressione, e la voce si addolcì – Oh poverini! Entrate, non vorrete passare la notte lì fuori! – e i bambini, grati, entrarono.
La casa era piccola ma accogliente e piena di oggetti preziosi. I bimbi cenarono e la vecchietta li accompagnò in una stanzetta con due lettini dove Hänsel e Gretel si addormentarono.

Ma al mattino seguente ebbero un’amara sorpresa: Hänsel si svegliò rinchiuso in una grossa gabbia e Gretel era costretta a fare da serva alla vecchietta.
– Dai da mangiare a tuo fratello che deve ingrassare, così potrò farne un gustoso arrosto! – disse malignamente la vecchia a Gretel uscendo dalla stanza.
– La vecchietta è una strega cattiva… – mormorò in lacrime Gretel passando del pollo ad Hänsel.
– Non piangere Gretel, ce la caveremo – rispose Hänsel. Poi osservò il pollo e gli venne un’idea…

La vecchia strega miope ogni sera ordinava ad Hänsel di porgerle il dito per tastarlo e sentire se fosse ingrassato abbastanza per cucinarlo.
Ma Hänsel, invece del dito, le porgeva un osso di pollo. La strega tastava l’osso e pensava che il bambino fosse ancora troppo magro.

Continuò così quasi per un mese, finchè la strega si infuriò:
– Non è possibile che non ingrassi mai! Sono stufa, ti mangerò lo stesso! – urlò.

Accese il forno e quando lo aprì infilandoci la testa per controllare se fosse caldo, Gretel le diede uno spintone facendola cadere dentro, poi chiuse lo sportello e liberò Hänsel.

I due raccolsero tutto il cibo e gli oggetti preziosi che poterono e, scappando nella foresta, finalmente ritrovarono il sentiero che portava a casa, dove c’erano la mamma e il papà che li stavano aspettando a braccia aperte.

E grazie a tutto l’oro e l’argento che avevano sottratto alla strega cattiva, non soffrirono mai più la fame.

E vissero tutti felici e contenti.

⚜️ Fine della fiaba ⚜️

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Riccioli d’oro e i tre orsi 👱‍♀️🐻🐻🐻 favola della buonanotte breve 🤏

Riccioli d’oro è una bimba un po’ monella e combinerà un sacco di guai nella casa dei tre orsi…

La fiaba di Riccioli d’oro e i tre orsi è molto divertente, questa è la nostra versione breve e semplificata del racconto, adatta anche ai più piccoli!


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Riccioli d’oro e i tre orsi 👱‍♀️🐻🐻🐻 favola della buonanotte breve 🤏


C’erano una volta papà orso, mamma orsa e il piccolo orsetto che vivevano in una casetta.

Un giorno mamma orsa preparò la zuppa, e mentre aspettavano che si raffreddasse, uscirono a fare una passeggiata, dimenticando la porta aperta.

Poco dopo, arrivò una bambina di nome Riccioli d’Oro, per via dei capelli ricci e dorati.
Riccioli d’Oro bussò, ma non ebbe risposta.
Vedendo la porta aperta, entrò a curiosare.
Sentì il profumo di zuppa, e la assaggiò.

La zuppa nella scodella più grande era troppo bollente, quella nella scodella media invece era troppo fredda.
Quindi mangiò tutta la zuppa nella scodella piccola, perché era perfetta.

Poi Riccioli d’Oro decise di riposarsi un po’.
La poltrona più grande era troppo alta, quella media troppo scomoda.
La poltroncina piccolina, invece, era comodissima, e Riccioli d’Oro si dondolò finché… la ruppe!

Riccioli d’Oro decise di andare nella camera da letto degli orsi.

Il letto più grande era troppo alto, quello medio era troppo largo!
Il lettino piccolino, invece, era perfetto, e lei si addormentò.

I tre orsi tornarono a casa.
Entrati, papà orso esclamò:
‒ Chi ha assaggiato la mia zuppa?!
Mamma orsa esclamò:
‒ Chi ha assaggiato la mia zuppa?!
Il piccolo orsetto singhiozzò:
‒ Chi ha mangiato tutta la mia zuppa…?!

Papà orso vide le poltrone in disordine, e disse:
‒ Chi si è seduto sulla mia poltrona?!
Mamma orsa disse:
‒ Chi si è seduto sulla mia poltrona?!
Il povero orsetto invece pianse:
‒ Chi ha rotto la mia poltroncina…?!

I tre orsi andarono in camera da letto.
Papà orso, vedendo i letti sottosopra, esclamò:
‒ Chi ha dormito nel mio letto?!
Mamma orsa disse:
‒ Chi ha dormito nel mio letto?!
Il piccolo orsetto ringhiò:
‒ Chi sta dormendo nel mio lettino!!?

I tre orsi, guardando la bimba, gridarono:
‒ E tu chi sei?!
Riccioli d’Oro si svegliò di soprassalto, vide i tre orsi e corse via terrorizzata senza farsi mai più rivedere.

I tre orsi rimasero senza parole, poi però papà orso aggiustò la poltroncina, la mamma diede un po’ di zuppa al piccolo orsetto e finalmente mangiarono tutti la zuppa felici e contenti!

⚜️ Fine della fiaba ⚜️

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Il lupo e i sette capretti 🐺🐐

Il lupo vuole mangiare i sette capretti ed escogiterà un furbo piano pur di riuscirci.

Il lupo e i sette capretti è una famosa fiaba dei fratelli Grimm che racconta come l’ingordo lupo si vuol mangiare tutti i caprettini.

Ma il lupo non ha fatto i conti con la mamma capra, che saprà come riprendersi i suoi piccoli e far passare una brutta avventura al lupo!


Alla fine del racconto troverai anche il 🎨 Disegno da colorare di “Il lupo e i sette capretti 🐺🐐“!

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Il lupo e i sette capretti 🐺🐐


C’era una volta mamma capra con i suoi sette caprettini, a cui voleva tanto bene.

Un giorno disse ai caprettini che sarebbe andata al mercato a far compere e aggiunse di stare molto attenti al lupo, di non farlo entrare in casa per nessun motivo, che sennò li avrebbe mangiati in un sol boccone.

I capretti risposero che avrebbero fatto molta attenzione, la mamma uscì quindi di casa e i capretti chiusero la porta col chiavistello.

Come aveva previsto la mamma, di lì a poco si sentì qualcuno bussare forte. Era il lupo cattivo che gridava con voce roca:

– Apritemi la porta cari figli miei, sono la vostra mammina!

I capretti, però, capirono subito dalla voce che quella non era la loro mamma e risposero prontamente:

– Non ti apriremo la porta! Tu non sei la mamma, sei il lupo cattivo!

Il lupo cattivo capì che doveva presentarsi con una voce più dolce, allora prese due cucchiai di miele e tornò a bussare con voce gentile:

– Apritemi la porta cari figli miei, sono la vostra mammina!

Ma il lupo aveva commesso l’errore di appoggiare la sua zampaccia nera sul davanzale della finestra accanto alla porta. I capretti la videro e risposero prontamente:

– Non ti apriremo la porta! Tu non sei la mamma, sei il lupo cattivo!

Il lupo, accortosi del suo errore, corse dal fornaio e infilò le sue zampe nella bianca farina, facendole diventare candide come quelle di mamma capretta.

Così torno dai caprettini, appoggiò la zampa sul davanzale e disse con voce dolce:

– Apritemi la porta cari figli miei, sono la vostra mammina!

I capretti, vista la zampa imbiancata del lupo, credettero veramente che fosse la loro mamma, e aprirono la porta.

Ma invece della mamma i capretti si trovarono davanti il lupo cattivo!

Corsero tutti a nascondersi dove poterono, chi sotto il tavolo, chi dietro il divano, un altro sotto al letto, uno dentro la stufa, l’altro nell’armadio, uno dietro la tenda e l’ultimo dentro la cassa del grande orologio a pendolo in soggiorno.

Ma il lupo ben presto iniziò a trovarli e, ingordo, li mangiava in un sol boccone.

Solo un capretto non riuscì a mangiare perché non lo trovò, si era nascosto dentro la cassa del grande orologio a pendolo.

Sazio e contento, il lupo andò a riposarsi facendo un sonnellino sotto un albero non troppo distante.

Quando la mamma ritornò dal mercato, trovò la porta aperta… disperata iniziò a chiamare per nome tutti i suoi capretti, ma solo uno le rispose, mentre usciva dalla cassa dell’orologio.

La mamma gli corse incontro abbracciandolo, e il caprettino le raccontò tutto.

La mamma, infuriata col lupo, corse fuori casa alla sua ricerca, finché non lo trovò che ancora dormiva beato sotto l’albero.

Il caprettino osservò che qualcosa dentro l’enorme pancia piena del lupo si muoveva e si dimenava.

– Sono i capretti miei fratelli che si muovono! Il lupo ingordo li ha mangiati in un sol boccone e sono ancora vivi! – esclamò il piccolo.

La mamma capra corse a prendere la sua forbiciona da cucito e tagliò la pancia del lupo. Con un balzo, uscirono ad uno ad uno tutti i suoi caprettini, in perfetta salute.

Poi, mente il lupo ancora dormiva, mamma capra prese dei bei sassi grossi dal fiume vicino e li mise dentro la sua pancia. Ricucì quindi il tutto, senza che il lupo si accorgesse di nulla.

Finalmente mamma capra e i suoi caprettini poterono tornare a casa tutti assieme e gustarsi la golosa merenda che la mamma aveva preso al mercato per i suoi piccoli.

E vissero tutti felici e contenti.

… e il lupo?
Il lupo si svegliò di lì a poco con una forte pesantezza di stomaco e un gran bruciore alla pancia, assolutamente insopportabile.
Da quel giorno non cercò mai più di mangiare capretti, capì che per lui erano indigesti!

⚜️ Fine della fiaba ⚜️

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Il brutto anatroccolo 🐣

Il brutto anatroccolo è la fiaba che insegna a credere in sè stessi e non perdere mai la fiducia nelle proprie capacità.

Questa favola scritta in origine da Andersen aiuta a spiegare al tuo piccolo che col tempo diventerà un magnifico cigno, anche se al momento c’è qualcuno che al momento gli dice il contrario.

Soprattutto puoi spiegargli che non è l’aspetto esteriore che conta, ma la fiducia in sè stessi e la forza di non perdere mai la speranza che domani sarà un giorno migliore.


Alla fine del racconto troverai anche il 🎨 Disegno da colorare di “Il brutto anatroccolo 🐣“!

Guarda la videofiaba raccontata da Silvia

Qui sotto trovi la fiaba da leggere, ma se vuoi puoi ascoltare l’audiofiaba 🧸 raccontata da Silvia!

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Il brutto anatroccolo 🐣


C’era una volta un’anatra che stava aspettando la schiusa delle sue uova, poste nel nido fatto sulla riva di un laghetto all’interno del campo di una fattoria.
Poco a poco le uova si schiusero tutte, e ne uscirono dei bellissimi pulcini tutti dorati. Però mancava ancora un uovo, quello più grande di tutti, lui tardava a schiudersi.

Finalmente l’uovo si aprì e… Che sorpresa! Mamma anatra e i suoi fratellini videro uscire da quell’uovo più grande del normale uno strano anatroccolo, tutto grigio e goffo!
I suoi fratellini lo ribattezzarono subito “Brutto Anatroccolo” e non mancavano mai di prenderlo in giro e fargli gli scherzi.

Mamma anatra cercava di difenderlo come poteva, e quando era triste il Brutto Anatroccolo correva da lei a farsi stringere e coccolare.
Ma purtroppo anche le altre anatre che abitavano il laghetto lo deridevano e lo prendevano in giro, tanto che il poverino tornava sempre a casa con i lacrimoni agli occhi.

Un giorno il Brutto Anatroccolo decise che ne aveva abbastanza di tutte quelle stupide anatre che lo trattavano male.
– Andrò dove troverò delle anatre che mi sapranno apprezzare per quello che sono – si disse, e spiccò un volo incerto con le sue piccole alette.

Non riuscì ad andare molto lontano, e per la stanchezza si fermò in uno stagno lì vicino, dove vide arrivare uno stormo di anatre selvatiche.
– Forse loro mi accetteranno meglio di come mi hanno accettato le anatre della fattoria – pensò.

Il Brutto Anatroccolo si avvicinò piano piano allo stormo che stava riposando sulle acque dello stagno, e quando fu abbastanza vicino si presentò facendo la riverenza.
– Salve a tutte signore anatre selvatiche io sono…

Ma non fece in tempo a finire la frase che già le anatre selvatiche lo stavano additando e deridendo.

– E cosa saresti tu? Un anatroccolo mostriciattolo? – e continuarono a ridere.
Il povero anatroccolo, deluso, amareggiato e pieno di lacrime, scappò via anche da lì, finché stremato dal volo non si fermò sulle rive di un altro stagno non molto lontano.

Lì vide degli splendidi e candidi cigni che nuotavano con grazia ed eleganza sullo specchio d’acqua.
Erano così belli che il Brutto Anatroccolo ne rimase incantato.
Più li guardava e più pensava: “quanto vorrei essere bello come loro…”

Così, senza nemmeno accorgersene, aveva nuotato verso di loro, fino ad arrivare praticamente in mezzo al gruppo.
“Forse mi beccheranno e mi cacceranno anche loro” pensò l’anatroccolo “ma preferisco che siano a farlo loro, che sono bellissimi davvero, piuttosto che quelle stupide anatre vanitose…”

Ma invece che deriderlo e cacciarlo, i cigni gli corsero tutti incontro, salutandolo e abbracciandolo.
Il Brutto Anatroccolo non capiva, e chiese: – come mai non mi deridete e non mi prendete in giro per quanto sono brutto?
Una di loro gli rispose – brutto tu?! Ma se stai per diventare uno splendido cigno!

– Cigno io?! – rispose sbalordito il Brutto Anatroccolo
Tutti i cigni si misero a far di sì con la testa e gli sorrisero con calore.
– Aspetta qualche giorno e vedrai…

E fu così che dopo pochi giorni il Brutto Anatroccolo si svegliò, ed andatosi a specchiare nello stagno vide che tutte le sue piume grigiastre erano diventate bianche come il latte, e la sua goffaggine si era trasformata in un portamento elegante ed aggraziato: era diventato un cigno!

E quanto era bello, il più bello di tutto lo stagno!
– Quando ero ancora un Brutto Anatroccolo, non avrei mai immaginato che un giorno sarei stato così felice!
E spiccò il volo insieme a tutti i suoi nuovi amici.

Morale della favola: solo credendo sempre in sè stessi e nelle proprie capacità alla fine si riesce a diventare grandi accettandosi per quello che si è.

⚜️ Fine della fiaba ⚜️

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L’ombra del cammello 🐫

L’ombra è mia e la gestisco io! 😝

L’ombra del cammello è un racconto breve e divertente per bambini, e mostra come sia inutile litigare per qualcosa che in realtà non ci appartiene.

Ascolta come questo piccolo cammello riesce a lasciare di stucco i due signori che discutevano animatamente, proprio per la sua piccola ombra!


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L’ombra del cammello 🐫


C’era una volta un piccolo cammello che viveva tranquillo ai piedi delle piramidi d’Egitto.
Siccome era più piccolo degli altri cammelli suoi compari, il suo padrone di solito lo usava per far fare dei giri sulle dune ai bambini che venivano a visitare le piramidi.

Il piccolo cammello era tutto contento perché così non si affaticava come i suoi amici, che a volte dovevano portare in groppa degli omaccioni grandi e grossi, ma soprattutto si riempiva di gioia il cuore dalle risa e delle esclamazioni di meraviglia dei bimbi.

Un giorno però arrivarono così tante persone in visita alle piramidi, che tutti i cammelli furono noleggiati, e a disposizione rimase solo il piccolo cammello.
Un ometto minuto e piccolino, che voleva a tutti i costi essere portato alle piramidi, si avvicinò al cammelliere, padrone del piccolo cammello, e gli disse:
– Sono una persona molto leggera, sicuramente il suo cammello, anche se adatto ai bambini, potrà portarmi fino alle piramidi.

Il cammelliere guardò l’ometto, e pensò che per una volta, una bella gita fino alle piramidi, il suo piccolo cammello avrebbe potuto anche farla.
– E va bene, salga pure – disse il padrone del piccolo cammello.

Così l’ometto salì in groppa al piccolo cammello, che non fu per niente felice di dover portare quel signore, e fino alle piramidi per giunta!
Ma insieme al suo padrone si incamminò lentamente.

Era una giornata veramente calda e afosa, il sole picchiava come non mai, e a metà del cammino il piccolo cammello stava già dando segni di cedimento.
Il suo padrone se ne era accorto, e propose una piccola pausa all’ometto, per permettere al cammello di bere e riprendersi un poco dal cammino.

L’ometto si convinse e scese dal piccolo cammello e si mise ad aspettare.
Il padrone del cammello, invece che aspettare in piedi sotto il sole cocente, si sedette per terra sotto l’ombra del suo piccolo cammello.
L’ometto quando vide il cammelliere sedersi all’ombra subito lo volle copiare, ma il cammello era piccolino, e di ombra ce n’era soltanto per una persona, e neanche così tanta…

L’ometto e il cammelliere si misero subito a discutere.
– Io ho preso il cammello per farmi portare fino alle piramidi e quindi ho diritto a usare la sua ombra! – disse l’ometto.
– Tu hai noleggiato solo il trasporto sulla groppa del mio piccolo cammello, non la sua ombra! – rispose il cammelliere.

E iniziarono quindi a litigare su chi dovesse riposare sotto quella piccola ombra.
Ma il piccolo cammello, che ormai si sentiva riposato ed era stufo di stare a sentire quei due che litigavano, diede un bello sbuffo e si mise a trottare verso casa.

Il piccolo cammello lasciò così quei due di stucco e a bocca aperta, mentre si portava via l’ombra per cui stavano così animatamente litigando.

⚜️ Fine della fiaba ⚜️

Il gigante egoista 😡

Chi allontana da sè i bambini non può che diventare solo, vecchio e triste; e nel suo cuore albergherà soltanto un freddo inverno…

Questa fiaba si ispira al racconto originale di Oscar Wilde semplificandola un poco per farla apprezzare anche ai bimbi più piccoli.

Noi di fabulinis siamo d’accordo con l’autore: i bambini ci faranno anche dannare, questo è certo, ma portano luce e gioia nella nostra vita. Portano la primavera.


Alla fine del racconto troverai anche il 🎨 Disegno da colorare de “Il gigante egoista 😡“!

Guarda la videofiaba raccontata da Silvia

Qui sotto trovi la fiaba da leggere, ma se vuoi puoi ascoltare l’audiofiaba 🧸 raccontata da Silvia!

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Il gigante egoista 😡


C’era una volta un gigante che era andato a trovare il suo amico orco e insieme avevano deciso di fare un lungo viaggio in giro per il mondo.
La casa del gigante aveva un grande giardino pieno di alberi e fiori, e tutti i bambini del paese, visto che lui non era più lì, avevano iniziato ad andarci a giocare ogni giorno.

Ma, dopo sette lunghi anni, il gigante ritornò. Vedendo tutti quei bambini giocare nel suo giardino, li cacciò via e decise di costruire un muro per impedire che tornassero di nuovo.
Una volta finito il muro, ci mise sopra un gran cartello con scritto “VIETATO ENTRARE” e si chiuse dentro casa.
Era inverno, e finalmente il gigante poteva godersi il suo bel giardino in santa pace e senza tutti gli schiamazzi dei bambini.

I bambini del paese ci rimasero molto male per il gesto egoista del gigante, ma non potevano farci nulla e dovevano trovare altri posti dove giocare. Ma nessun altro giardino era così bello come quello del gigante.

Arrivò la primavera e il gigante ogni giorno controllava che nel suo giardino non ci fossero bambini. Un giorno però si accorse di una cosa strana: fuori dal muro del suo giardino gli alberi e i fiori ricoprivano i prati e riempivano campi, mentre dentro al suo giardino pareva ancora inverno con ghiaccio e neve ovunque…

Il gigante, egoista com’era, fece finta di niente e continuò a vivere rinchiuso dentro le mura del suo giardino.
Ma anche l’estate arrivò e dentro il giardino del gigante imperversava ancora l’inverno. Senza i bambini il suo giardino si era rifiutato di tornare vivo e pieno di fiori!

Il gigante, con tutto quel continuo freddo finì per ammalarsi, e passava le sue giornate a letto, controllando sempre dalla finestra che nel suo giardino non ci fossero bambini.

E arrivò l’autunno e poi un altro inverno, finché il gigante, sempre più malato, sentì il canto di un uccellino.
Era quasi primavera e al gigante quello era sembrato il canto più bello del mondo.
Si alzò a fatica per vedere da dove arrivasse quella melodia e notò un uccellino fermo sul davanzale che cantava felice.

Il cuore del gigante si riempì di felicità: finalmente anche nel suo giardino gli uccellini erano tornati a cantare! Poi si sporse e guardò giù nel suo giardino.
C’erano tre bambini che giocavano felici, e ovunque correvano facevano sparire il ghiaccio e la neve dal suo giardino, riportando i fiori e l’allegria.

I tre bambini avevano fatto un buco nel muro e si erano intrufolati dentro, ma il gigante finalmente aveva capito: era solo grazie a loro se adesso anche nel suo giardino era tornata la primavera e gli uccellini avevano ripreso a cantare.
Il gigante scese in giardino. I bambini, quando lo videro, scapparono terrorizzati e si nascosero dietro il tronco di alcuni alberi.

Ma il gigante li rassicurò subito:
– Non voglio farvi del male bimbi miei, anzi, voglio ridarvi tutto il mio giardino!
E prese subito a buttare giù il muro che aveva costruito.
Man mano che lo buttava giù, invece di sentirsi stanco, si sentiva sempre più pieno di forza e vigore, ed il suo cuore si riempiva di gioia.

Tra i bambini del paese si sparse subito la voce che il gigante era diventato buono, e il suo splendido giardino si riempì di nuovo di bambini festanti.
Il gigante finalmente si sentiva felice passando le giornate a giocare insieme ai bambini. E da quel giorno in quel giardino fu sempre primavera.

⚜️ Fine della fiaba ⚜️

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