Sinbad il marinaio, alla scoperta dei sette mari d’Oriente
Salpa verso l’ignoto con Sinbad il marinaio, il leggendario navigatore delle Mille e una notte che ha sfidato mostri marini, tempeste e creature fantastiche.
Da povero marinaio a esploratore intrepido, il suo viaggio è un’avventura mozzafiato attraverso mari inesplorati, isole misteriose e terre esotiche.
Viaggi straordinari dove il coraggio si mescola alla fortuna, e dove ogni porto nasconde tesori, pericoli e meraviglie mai viste prima.
Alla fine del racconto troverai anche il 🎨 Disegno da colorare di Sinbad il marinaio ⛵!
Qui sotto trovi la
fiaba da leggere, ma se vuoi puoi
ascoltare l’audiofiaba 🧸 raccontata da William!
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Sinbad il marinaio ⛵
Sinbad era un giovane e imprudente ragazzo che aveva ereditato una notevole ricchezza dai suoi genitori, ma non sapendo amministrare il suo patrimonio iniziò a sperperarlo in ogni tipo di divertimento.
Un giorno però si accorse che di ricchezze ormai gliene rimanevano ben poche, decise quindi di cambiare vita: vendette quel poco che gli rimaneva e con quello che ci guadagnò decise di comprare delle spezie da poter rivendere come mercante.
Sinbad venne a conoscenza di una nave, che salpava di lì a poco per le Indie Orientali. Decise quindi di unirsi alla ciurma come marinaio semplice sperando di fare un buon affare vendendo le sue spezie una volta arrivato a destinazione.
Il giorno dopo salparono, all’inizio Sinbad era tormentato dal mal di mare, tanto da pensar di aver sbagliato completamente nello scegliere la vita da marinaio, ma dopo qualche giorno si abituò.
Durante il lungo viaggio di tanto in tanto approdavano in una delle molte isolette che incontravano, scambiando le mercanzie. Un giorno, quando il vento calò improvvisamente e non si poteva più navigare, Sinbad e compagni si trovarono vicino a una minuscola isoletta piatta simile ad un bel prato verde, che si alzava appena poco sopra la superficie del mare.
Ammainarono le vele e alcuni marinai, tra cui Sinbad, giusto per sgranchirsi le gambe sbarcarono sull’isoletta con una barchetta, e dopo aver chiacchierato per un po’, accesero un fuoco e prepararono il pranzo.
Ma un improvviso e violento tremore dell’isola li colse di sorpresa.
I pochi compagni rimasti sulla nave lanciarono un grido verso di loro invitandoli a salire a bordo della nave il più presto possibile: quella che avevano pensato fosse un’isoletta in realtà non era altro che il dorso di una gigantesca balena che riposava.
Quelli che erano più vicini alla barca vi si gettarono dentro, altri invece si tuffarono in mare. Sinbad invece, non fu abbastanza veloce e la balena si inabissò prima che potesse salvarsi.
Per fortuna trovò uno dei pezzi di legno usati per accendere il fuoco e vi si aggrappò. In lontananza scorgeva la sua nave che, dopo aver tirato su gli ultimi compagni dal mare, aprì le vele e riprese il suo viaggio.
– Aiuto! Aiuto! – provò a gridare il povero Sinbad, ma nessuno dalla nave sentì le sue grida.
Rimase così aggrappato al pezzo di legno in balia delle onde per tutto il giorno e la notte.
Solo quando arrivò l’alba scorse in lontananza un’isola e con le poche forze rimaste nuotò fino a riva dove si stese, più morto che vivo, a riposare.
Dopo essersi finalmente un po’ riposato sentì i morsi della fame, per fortuna l’isola era piena di vegetazione che offriva erbe e frutti commestibili con cui poter riempire la pancia.
Poco dopo raggiunse una grande pianura dove, ad un albero, era legato un cavallo. Mentre stava lì a guardarlo gli pareva di sentire delle voci che apparentemente provenivano da sottoterra.
Un attimo dopo dal nulla gli apparve davanti un uomo che gli chiese come fosse arrivato sull’isola.
Allora Sinbad gli raccontò tutta la sua avventura, l’uomo lo stette ad ascoltare con attenzione, poi gli disse che era lo stalliere di Mirage, il re dell’isola, e che portava a passeggiare i cavalli del suo padrone in quella pianura disabitata.
L’uomo chiese quindi a Sinbad che se voleva accompagnarlo nella parte abitata dell’isola e conoscere il re Mirage.
Sinbad accettò volentieri l’offerta, sapendo che da solo non sarebbe sopravvissuto molto a lungo…
La mattina dopo partirono presto e quando raggiunsero la capitale Sinbad fu gentilmente ricevuto dal re, al quale raccontò le sue avventure.
Gli fu offerto quindi un alloggio, vestiti e cibo con cui sfamarsi per qualche giorno.
Essendo un mercante, nei giorni seguenti Sinbad iniziò a cercare per la città persone che facessero lo stesso mestiere, sperando in questo modo di trovare un modo per tornare a casa.
Il giorno dopo però arrivò in porto una nave che Sinbad conosceva bene, era la nave su cui era salpato da casa e da cui era stato abbandonato in mare giorni prima.
Sapeva che quella nave trasportava ancora le sue mercanzie, e senza farsi vedere diede un’occhiata ai magazzini dove venivano scaricate le merci. Su alcune casse vide il suo nome.
Sinbad decise quindi di andare dal capitano della nave e reclamare quanto gli spettava di diritto. Quando gli fu vicino gli disse:
– Capitano! Io sono Sinbad il marinaio, e questi sono i miei beni!
Quando il capitano udì queste parole lo guardò stupito, poi lo squadrò da cima a fondo pensando di essere davanti ad un impostore pronto a rubare gli averi di un povero marinaio defunto.
– Come puoi dire questo! Ho visto con i miei occhi Sinbad e molti altri affogare! Sei solo un orribile impostore!
Ma Sinbad lo supplicò di ascoltarlo e gli raccontò la sua storia.
Il capitano lo ascoltava attentamente, e mentre Sinbad parlava arrivarono alcuni suoi compagni di ciurma che lo riconobbero e lo abbracciarono, allora anche il comandante si convinse che quello era veramente Sinbad il marinaio.
– Sia lodato il cielo! – esclamò il capitano – sei scampato ad un grande pericolo! Questi sono i tuoi beni, fanne ciò che vuoi.
Sinbad lo ringraziò e decise di preparare un prezioso regalo per il re Mirage che, quando lo ricevette, rimase stupito e lo ringraziò sentitamente.
Con quello che gli rimaneva, Sinbad scambiò le sue mercanzie con altre, riuscendo a racimolare molto di più della somma che gli sarebbe servita per riprendere il viaggio verso casa.
Si fece quindi costruire una barca tutta sua e salpò con l’aiuto di quattro marinai esperti.
Durante il viaggio di ritorno, un giorno verso il tramonto, Sinbad scorse una strana isoletta che rifletteva la luce del sole come se fosse fatta di pietra preziosa. Ma la cosa incredibile fu constatare che l’isoletta era per davvero fatta di gioielli!
Mentre si avvicinavano si riconoscevano sulla spiaggia enormi diamanti, rubini e smeraldi.
Sinbad decise di sbarcare, ma uno dei suoi marinai lo mise in guardia:
– Deve essere sicuramente un’isola stregata! Se così non fosse ne avremmo sicuramente sentito narrare le leggendarie ricchezze…
Gli altri marinai, sentite queste parole, si rifiutarono di scendere sull’isola. Allora Sinbad che non credeva alle superstizioni dei marinai, ma solo alla propria fortuna, scese da solo.
Iniziò a raccogliere quante più gemme poteva mettendole dentro un sacco. Poi d’improvviso dall’alto sentì un sinistro rumore, alzò gli occhi e vide un’enorme aquila che volava nel cielo e sembrava volergli piombare addosso.
Dalla sua barca i marinai gli gridavano di scappare, ma ormai era troppo tardi, Sinbad sfuggì per miracolo agli artigli dell’aquila gettandosi dentro ad una grotta lì vicino.
Tirando un sospiro di sollievo per essersi salvato, iniziò a pensare come poteva uscire di lì senza essere attaccato dall’aquila. Iniziò quindi ad esplorare la grotta in cerca di qualcosa che lo potesse aiutare.
Quello che trovò però non lo confortò per niente, anzi… intravide per terra quella che con tutta probabilità doveva essere la pelle di una muta abbandonata da un serpente dalle dimensioni gigantesche!
Sinbad fu preso dal terrore, probabilmente quella era la grotta dove, nell’oscurità, stava riposando un enorme serpente, che lo avrebbe divorato in un sol boccone non appena si fosse svegliato.
Poi però a Sinbad venne in mente un’idea.
Si avvicinò cautamente all’uscio della grotta senza far rumore e senza poter essere visto dall’aquila che ancora volava in tondo sopra la sua testa. Poi cominciò a picchiare con un bastone sull’entrata della grotta.
Già al secondo colpo, vide due grandi occhi di fuoco aprirsi in fondo alla grotta, era il serpente che si era svegliato e procedeva lentamente verso di lui.
Sinbad immaginava che il serpente, al momento opportuno, sarebbe scattato per azzannarlo, così attese immobile dominando a stento l’istinto di fuggire via.
Poi il serpente scattò in avanti per prenderlo, ma Sinbad fece un veloce balzo di lato e lo schivò, così il serpente si ritrovò completamente fuori dalla grotta, pronto per attaccarlo di nuovo
Ma come aveva previsto Sinbad, subito l’aquila di precipitò in picchiata e afferrò la cosa più grande che vide, ovvero il serpente.
L’aquila si allontanò col suo enorme pasto lontano in un’altra parte dell’isola e Sinbad fu libero di tornare a bordo della sua barca con un sacco pieno di pietre preziose.
Tutti i marinai fecero festa e salparono le vele verso casa.
Sinbad dopo molti giorni finalmente ritornò alla sua terra dove iniziò un redditizio commercio di beni preziosi. Si sposò e, con tutte le ricchezze che aveva guadagnato, visse per sempre felice e contento.
⚜️ Fine della fiaba ⚜️
🎨 Scarica il disegno da colorare di Sinbad il marinaio ⛵!
Clicca sull’immagine per scaricare il PDF pronto da stampare e colorare!
