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Stella di Neve ❄

stella di neve, fiaba di Natale

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E se un pupazzo di neve diventasse una bambina? Sarebbe un regalo bellissimo, soprattutto per la sua mamma e il suo papà che desideravano tanto avere un figlio.

“Stella di neve” è una rielaborazione della leggenda russa che ha per protagonista Sneguročka, la fanciulla di neve, che nel periodo natalizio porta i doni assieme al Nonno Gelo (il nostro Babbo Natale). Viene citata anche nel cartone animato Masha e Orso nell’episodio intitolato “Buon Natale”.

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Guarda la videofiaba raccontata da Silvia

🖌 Disegno da colorare 🎨

Alla fine del racconto troverai anche il disegno da colorare di Stella di Neve!

🔊 Audiofiaba 😴

Nella pagina delle Audiofiabe, puoi ascoltare Stella di Neve raccontata da Silvia!

Stella di neve ❄ storia completa


C’era una volta un vecchietto ed una vecchina che abitavano in una casetta isolata, in cima ad una collina.
Non avevano avuto figli, e perciò, per passare in tranquillità gli ultimi anni della loro vita, avevano scelto di isolarsi dal resto del mondo.

Passarono molti anni in cui i due, felici, non avevano avuto più contatti con nessuno, finché, in un freddo giorno d’inverno, con la neve alta fino alle ginocchia, andarono a cercare legna nel bosco vicino.
Il buon vecchietto sapeva che nei paraggi c’era anche un piccolo lago, e voleva vedere se era ghiacciato per il freddo.
Una volta arrivati sulle sponde del laghetto, videro che effettivamente era completamente ghiacciato, e ci si poteva camminare sopra!

Ma la vera sorpresa fu quella di vedere un piccolo gruppo di bambini che si divertiva a pattinare, o semplicemente a scivolare il più a lungo possibile senza cadere sbattendo il muso.
Altri bambini, invece, stavano sulla riva facendo pupazzi di neve. I due rimasero lungo a guardare la scena: avrebbero sempre voluto avere dei bambini e vederli giocare in quel modo!

La vecchina guardò suo marito sorridendogli e gli disse:
– Caro, perché non facciamo anche noi un pupazzo di neve come quei bambini?
Il vecchino rispose di sì con un cenno del capo, e subito si misero ad accumulare la neve.

Piano piano quello che doveva essere un semplice pupazzo di neve diventava una figura sempre più elaborate, finché, dopo quasi un’ora di lavoro, il pupazzo somigliava molto ad una bambina con cappellino, sciarpa e guanti.
Era la bambina che avevano sempre sognato di avere ma che non era mai arrivata…

I due vecchi guardavano la loro creazione con le lacrime agli occhi. Quanto avrebbero voluto che fosse reale!
Ma non si erano accorti che, sul ramo di un pino, li stava osservando una fata. Commossa da quella scena emozionante, la fata decise di avverare il loro sogno. Dalle sue mani partì una scintilla che volò leggera leggera fino sulla punta del naso della bimba fatta di neve.

I due vecchini videro quella minuscola stella posarsi sul nasino di neve, e… Meraviglia! Davanti ai loro occhi la bimba di neve, piano piano, stava prendendo colore!
Ma ancora più sbalorditi furono quando la bimba di neve, che ormai era una bimba in carne ed ossa, aprì gli occhi e sorrise loro.

I due vecchini scoppiarono a piangere dalla gioia, l’abbracciarono e la coprirono di baci. Decisero di chiamarla Stella.
Stella era una bimba piena di vita, correva, saltava ed era sempre sorridente. Ma, soprattutto, Stella cresceva in fretta, in un solo anno era quasi diventata una ragazzina, e ai due vecchini non sembrava vero di veder crescere la loro bimba.

A Stella, però, non piaceva l’estate. Si sentiva fiacca e svogliata e non voleva mai uscire di casa; si sentiva meglio e più felice solo quando arrivavano i grandi temporali che rinfrescavano l’aria.

Giunse quindi un altro inverno e poi un’altra estate. I tre vivevano felici e contenti ma, abitando lontani dal paese, Stella passava le sue giornate sempre da sola. Vedendola anche un poco triste, visto che era estate, la convinsero ad andare alla grande festa che si teneva giù in paese, dove alla sera avrebbero acceso anche un grande falò.
Stella non voleva andare, ma dopo le insistenti preghiere della vecchina, si mise il vestitino più bello e prese la strada che portava al paese.

– Ciao mia cara Stella, divertiti stasera!
Stella le sorrise e incominciò a camminare.

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Quel giorno il sole era particolarmente forte e l’aria molto calda, Stella doveva riposarsi spesso all’ombra dei grandi alberi, beveva molto e poi ripartiva.
Giunse in paese, che aveva visto solo un paio di volte in occasione delle feste invernali, quando con la vecchina andava a comprare il cibo.

Il paese era tutto addobbato a festa, e le persone ballavano ad ogni angolo delle strade, molti giovani danzavano a gruppi i balli popolari. Stella si avvicinò a loro, e dopo qualche timido sorriso tra lei ed altre ragazze del gruppo, fu trascinata nelle danze.
Stella ballava e ballava, senza mai fermarsi, finché poco a poco giunse la sera.
L’aria era diventata di colpo fresca e Stella nonostante fosse da ore che ballava, si sentiva ancora piena di energie, e continuava a ballare.

Fu il momento di accendere l’enorme falò per concludere in bellezza la festa del paese; era talmente grande che tutte in cerchio, prendendosi per mano, servivano quasi cento persone per circondarlo.
Stella e le altre ragazze presero a danzare tutta la notte intorno al falò che aveva fiamme alte fino al cielo.

Il falò però era caldo, troppo caldo per Stella, che iniziava a sudare e sentirsi male. Lei non voleva smettere di ballare, ma ad un certo punto, guardandosi le mani, si accorse che erano diventate quasi trasparenti!
Si guardò i piedi ed anche loro erano trasparenti! Si toccò il viso e sentì come se stesse toccando dell’acqua gelatinosa…

Stella si rese conto che si stava lentamente sciogliendo, di quel passo si sarebbe sicuramente trasformata in una pozzanghera!
Raccolse tutte le sue forze e corse fuori dal paese e il più lontano possibile da quel falò, voleva tornare a casa ma era buio e si sarebbe sicuramente persa.
Cercò quindi del refrigerio in riva al fiume immergendosi quasi completamente. Il fiume era freddo, ma per Stella il freddo significava la vita.

Fu in quel momento che capì che non poteva più rimanere in quel paese dove le estati erano così calde e afose. Doveva andare più a nord, verso le terre dei ghiacci, solo lì avrebbe potuto vivere serena ed essere veramente felice.

Poco dopo, sul fiume, comparve un tremulo bagliore. Era la barca di un pescatore che risaliva la corrente.
– Scusi signor pescatore, dove sta andando? – chiese Stella.
– Sto andando verso nord, verso il regno roccioso. Ma tu, che ci fai qui in riva al fiume e a quest’ora della notte?!
– Cerco un po’ di refrigerio… visto che va verso nord posso chiederle un passaggio?

Il pescatore sembrava un po’ confuso, ma le disse che non c’era nessun problema, che l’avrebbe portata fino al regno delle rocce, poi lui sarebbe tornato indietro.
A Stella andava benissimo, saltò sulla barchetta e si sedette rannicchiata sulla panchetta davanti, pensando ai due vecchini, mamma e papà, che non vedendola arrivare avrebbero avuto un grande dispiacere.

Ma Stella sentiva che stava per intraprendere una grossa avventura, l’avventura della sua vita.
Dalla riva del fiume una piccola scia luminosa fluttuò fino a lei, era una piccola fata, che le si posò sulla spalla.

– Ciao, io sono la fata Thea, tu non lo sai ma io ti conosco fin da quando eri piccina…
– Ciao fata Thea, piacere di conoscerti… – Stella e Thea si sorrisero, e capirono che erano destinate ad un lungo e meraviglioso viaggio assieme.

⚜ Fine della fiaba ⚜

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Fiocco di neve

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Ciao sono Silvia, sono una Musicista e Musicoterapeuta, realizzo laboratori di musicalità per i più piccini da 0 a 6 anni, utilizzando il gioco come mezzo per migliorare e rendere più sereno il rapporto tra genitori e figli. Mentre nel tempo libero mi diverto a leggere e raccontar fiabe ai bambini. 😊

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