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Alice nel Paese delle Meraviglie 🐇🕓🎩🐱🧡

Alice nel Paese delle Meraviglie 🐇🕓🎩🐱🧡 racconto per bambini

“In tutto c’è una morale, se si sa trovarla.”

Alice nel paese delle meraviglie, scritto da Lewis Carroll, è un classico della letteratura per l’infanzia che vi trasporterà in un mondo straordinario e surreale.

La storia inizia quando la curiosa Alice, inseguendo uno strano coniglio bianco si infila in una buca nel terreno, precipitando in un regno fantastico popolato da personaggi eccentrici e situazioni assurde.

Attraverso avventure straordinarie e incontri unici, esplorerete insieme ad Alice questo mondo incantato, affrontando enigmi e scoprendo la sua straordinaria abilità di adattarsi a un regno dalle regole mutevoli e spesso incomprensibili.


Alla fine del racconto troverai anche il 🎨 Disegno da colorare di “Alice nel Paese delle Meraviglie 🐇🕓🎩🐱🧡“!

Qui sotto trovi la fiaba da leggere, ma se vuoi puoi ascoltare l’audiofiaba 🧸 raccontata da Silvia!

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Alice nel Paese delle Meraviglie 🐇🕓🎩🐱🧡


Indice dei capitoli


CAPITOLO 1 – Nella tana del Bianconiglio.


Alice cominciava a stancarsi di stare seduta accanto alla sorella sulla riva del fiume senza fare niente. Una o due volte aveva sbirciato nel libro che sua sorella stava leggendo, ma non c’erano né immagini né fumetti, “e a che serve un libro”, pensò Alice, “senza immagini o fumetti?”

Alice, annoiata e assonnata, stava riflettendo se alzarsi a cogliere delle margherite, quando all’improvviso un coniglio bianco dagli occhi rosa le passò davanti.

Non c’era niente di strano in questo, né Alice trovò così strano sentire il Coniglio dire a se stesso: “Oh cielo! Oh cielo! È tardi!”
Ma quando il Coniglio tirò fuori un orologio dal taschino del panciotto, Alice balzò in piedi, perché le balenò in mente che non aveva mai visto prima un coniglio con un orologio nel taschino del panciotto.

Alice, incuriosita, gli corse dietro attraverso il campo. Fece appena in tempo a vederlo sparire in una grande tana sotto la siepe che, senza rendersene conto, ci cadde dentro anche lei!

La tana del coniglio era molto profonda, oppure lei cadeva molto lentamente, perché aveva tutto il tempo per guardarsi intorno, mentre scendeva.

Poi guardò ai lati del pozzo e notò che le pareti erano piene di armadi e di scaffali per libri, qua e là vedeva appese mappe e quadri.
Mentre scendeva, prese un barattolo da uno degli scaffali. C’era scritto sopra “MARMELLATA DI ARANCE”, ma, con suo grande disappunto, era vuoto. Rimise quindi il barattolo in uno degli armadi mentre ci cadeva accanto.

Giù, giù, giù!
Sarebbe mai finita la discesa?
Non c’era nient’altro da fare, quindi Alice iniziò presto a parlare da sola.

– Dinah mi mancherà molto stasera, immagino! – (Dinah era la sua gatta.) – Spero che si ricordino del suo piattino di latte all’ora del tè. Dinah,vorrei che tu fossi qui con me!

Alice si stava appisolando, quando all’improvviso… BUMP! Si adagiò sopra un mucchio di rami e foglie secche. La discesa era finita.

Alice in un attimo balzò in piedi, alzò lo sguardo ma in alto era tutto buio. Davanti a lei c’era un altro lungo passaggio e il Bianconiglio era là in fondo che lo percorreva di corsa.

Alice cominciò a correre e fece appena in tempo a sentirlo dire:
– Oh, come si è fatto tardi! – che il Bianconiglio svoltò l’angolo e non si vide più.

Alice si ritrovò in un corridoio lungo e basso, tutt’intorno al corridoio c’erano tante porte tutte chiuse. Dopo che Alice ebbe provato ad aprirle tutte senza successo si chiese come avrebbe fatto a uscire di lì.

All’improvviso si imbatté in un tavolino su cui c’era solo una minuscola chiave d’oro. Alice pensò che potesse aprire una delle porte del corridoio ma, o le serrature erano troppo grandi, oppure la chiave era troppo piccola, tanto che non ne apriva nessuna.

Tuttavia questa volta, vide una porticina alta circa quaranta centimetri che prima non c’era. Provò la piccola chiave d’oro nella serratura e, con sua grande gioia, la porta si aprì!

Alice si inginocchiò e guardò attraverso la porta: vide il giardino più bello che avesse mai visto. Purtroppo non riusciva nemmeno a mettere la testa oltre la soglia, tanto era piccola quella porta.
– Oh, come vorrei potermi accorciare come un telescopio! – si disse Alice.

Tornò quindi al tavolo, sperando quasi di trovarvi un’altra chiave. Questa volta però vi trovò sopra una piccola bottiglia (“che certamente prima non c’era”, pensò Alice), sulla quale c’era un’etichetta con su scritto “BEVIMI”.

– No, prima controllerò, e vedrò se c’è scritto ‘veleno’ oppure no – si disse Alice, perché non aveva mai dimenticato che, se si beve da una bottiglia con la scritta ‘veleno’, quasi sicuramente le avrebbe fatto male.

Ma su questa bottiglia non c’era scritto ‘veleno’ così Alice si azzardò ad assaggiare il contenuto, e, trovandolo molto buono (il sapore era un misto di crostata di ciliegie, crema pasticcera, ananas, tacchino arrosto e pane tostato imburrato), lo bevve tutto.

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– Che sensazione curiosa! – disse Alice. – Mi sembra di accorciarmi proprio come un telescopio!

E infatti era così!
Adesso era alta solo 25 centimetri e il suo viso si illuminò al pensiero di avere le dimensioni giuste per varcare la piccola porticina, ma quando ci arrivò davanti la trovò chiusa e si accorse di aver dimenticato la piccola chiave d’oro sopra il tavolino!

Quando tornò al tavolino per prenderla si rese conto che non poteva raggiungerla perché ora era troppo piccola. Alice si sedette sconfortata ai piedi del tavolino piangendo.

Il suo sguardo però cadde su una scatoletta di vetro che giaceva proprio lì sotto, l’aprì e vi trovò una piccolissima torta, sulla quale era scritto “MANGIAMI”.

– Se questa torta mi fa crescere potrò raggiungere la chiave, e se invece mi fa rimpicciolire potrò infilarmi sotto la porta, così in ogni caso riuscirò ad andare nel giardino, non mi importa cosa succederà!

Mangiò un po’ della torta e con ansia si tenne la mano sulla testa per sentire se stava crescendo. Fu piuttosto delusa di scoprire che rimaneva della stessa dimensione.

Così si mise all’opera e in breve tempo finì la torta…

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… continua nel CAPITOLO 2: La pozza delle lacrime.

Note ad Alice nel Paese delle Meraviglie

Alice nel Paese delle Meraviglie è un racconto veramente famoso, forse uno dei più famosi racconti per bambini.

Ne hanno fatto film, cartoni animati ed adattamenti teatrali.

Alice nel Paese delle Meraviglie è anche un racconto molto particolare dal punto di vista dello svolgimento, pieno di situazioni surreali e senza senso (il cui motivo fondamentalmente viene svelato nel finale) e anche soprattutto per i dialoghi tra i personaggi, non sempre semplici o immediatamente comprensibili.

Una delle più grandi sfide infatti, per chi vuole tradurre Alice nel Paese delle meraviglie, è cercare di ricondurre ad un senso molti dei “giochi di parole” e “nonsense” usati da Lewis Carroll, che ben si prestano ad essere usati nella lingua inglese, ma che subiscono un forte “lost in traslation” e perdita totale di significato quando si cerca di adattarli in altre lingue.

E’ per questo motivo che nel nostro adattamento troverete solo una delle tante filastrocche e parti in rima presenti nel testo originale. La storia rimane comunque completamente comprensibile e godibile anche senza quelle parti.

In questa versione sono stati volutamente tralasciati due capitoli (quelli sulla tartaruga ed il grifone) per rendere la storia più scorrevole e non troppo lunga. Nonostante la mancanza di questi due capitoli, la storia non perde la sua magia ed il magnifico significato.

Speriamo che questa nostra versione vi piaccia quanto è piaciuta a noi riscriverla!

P.S. Alice è esistita veramente e si chiamava Alice Liddel, figlia di amici di famiglia di Lewis Carroll

😊

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